Domenica 5 maggio 2013 – “Beata colei che ha creduto” Si respirava aria di fede domenica scorsa a Mogliano Veneto, in occasione dell’ottavo anniversario della casa. Le ragazze della fraternità “Nostra Signora di Lourdes” hanno scelto proprio la frase che l’angelo ha detto a Maria - “Beata colei che ha creduto” - come guida fra i vari momenti in cui è stata organizzata la giornata. Una catechesi di Madre Elvira distribuita ad ogni invitato parlava dell’importanza della donna come portatrice di fede e speranza: lì dove ormai tutti disperano la donna è chiamata ad avere sempre fiducia. Tutto ha avuto inizio verso le dieci del mattino, anche se i primi genitori del Triveneto sono comparsi sulla soglia di casa già alle otto e mezza, pronti a dare una mano con la cucina, con l’impianto stereo e con le “precauzioni anti-pioggia”, che fortunatamente non sono servite. Le ragazze avevano chiesto al Signore il dono del sole contro ogni previsione meteo e per tre giorni hanno organizzato turni di adorazione perpetua che ha dato come risultato una giornata piena di luce. Don Andrea, gioioso di poter partecipare per la prima volta alla festa, e un gruppo di quattro missionarie arrivate dal Piemonte sono stati accolti con entusiasmo e calore dalle ragazze. Così, verso le undici del mattino, quando ormai il giardino e il tendone bianco montato al centro - sette metri più lungo dello scorso anno - erano pieni di amici e genitori, ha avuto inizio l’adorazione guidata da Don Andrea, e molti si sono commossi davanti a Gesù Eucarestia. È stato un momento toccante dove le ragazze hanno aperto il loro cuore a Gesù e dove un silenzio pieno di Dio ha abbracciato tutti i presenti. Dopo aver saziato lo Spirito ha avuto inizio il pranzo. I papà hanno montato al volo una ventina di lunghi tavoli, le ragazze hanno apparecchiato e le mamme hanno cominciato a sfornare piatti per 230 persone! Dopo i cappelletti, le polpette e la macedonia sono arrivati i cioccolatini al caffè mandati alle ragazze da Madre Elvira, che non potendo essere lì con loro fisicamente, ha spedito una sua dolce rappresentanza. Il pomeriggio è iniziato con un po’ di tempo libero in cui si poteva visitare la casa, scambiare due parole o sdraiarsi nel prato a prendere il sole, che facendosi beffe delle previsioni continuava ad essere alto nel cielo. Poi alle due e mezza abbiamo pregato insieme il rosario del dolore. Subito dopo c’è stato il momento delle testimonianze e del balletto dei genitori veneti. Nuovi volti sono saliti sul palco un po’ titubanti, ma a poco a poco hanno vinto le paure coinvolgendo proprio tutti. Come gran finale le ragazze hanno messo in scena un mini-recital che parlava della loro storia e in cui ognuno dei presenti poteva trovare il suo volto. Una coppia in crisi, incapace di dialogare e di amarsi, inizia ad avere i primi scontri con una figlia adolescente. Lei è chiusa nella sua sofferenza ed alcuni “amici” le dicono che la fede è una cosa per stupidi e che è meglio andare a fare festa e non pensare troppo; lei è fragile e li segue. La mamma però si ricorda di Dio e prega col cuore dopo tanto tempo. Dio appare sul palco vestito di bianco e parla con la donna in dialoghi divertenti e umoristici che alla fine l’aiutano a mettersi in discussione e a cambiare alcuni suoi comportamenti in situazioni concrete della vita. È la fede ritrovata della mamma che convertirà anche il papà e la figlia: tutti e tre si fideranno della Comunità Cenacolo e della sua proposta di vita semplice fatta di preghiera, amicizia e lavoro. Tutto è finito in danze. Prima le ragazze hanno ballato un rap cristiano scritto da loro, poi abbiamo confermato tutti insieme la nostra fede ballando e cantando “Do you believe?”, un Credo africano, e di quest’ultimo si è fatto anche il bis. Dopo tutte queste belle emozioni è stata celebrata la santa Messa; insieme a Don Andrea c’erano Don Antonio e Don Vigilio, due sacerdoti fedeli alla casa. Ancora canti e gesti e alla fine, come di buona usanza in Comunità, la merenda per concludere! Subito dopo il cielo si è oscurato e ha cominciato a piovere a dirotto, giusto in tempo per tornare a casa, più gioiosi e pieni di speranza. Era bello contemplare tanti miracoli: ragazze risorte e insieme a loro i genitori, che nel Veneto sono davvero tanti! Poi amici, sacerdoti, ex della Comunità, le ragazze che si preparano per entrare, i bambini che correvano nel giardino inseguiti dalle nostre missionarie venute da Pagno per l’occasione. Insomma, tanta, tanta vita da festeggiare! Grazie Gesù e Grazie Maria perché abbiamo sentito nel cuore la vostra presenza in mezzo a noi! Grazie per il cielo azzurro e grazie anche a Madre Elvira e a tutti i cuori generosi che hanno reso possibile la nascita di questa fraternità!
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