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Pellegrinaggio dei genitori a Medjugorje

Arrivare a Medjugorje non succede mai per caso, c’è sempre una chiamata: o per consegnare il peso delle sofferenze, delle malattie, delle paure, o per acquistare la forza per continuare il cammino di fede che, in questo mondo, alle volte è difficile. Per noi genitori della Comunità, inoltre, il dono è doppio: prima di tutto, il poter stare abbracciati a Maria mentre le confidiamo le nostre croci in silenzio, ben sapendo che non siamo soli e che Lei ci ascolta, più di quanto noi genitori abbiamo fatto con i nostri figli e con i nostri coniugi.
 L’altro dono è ciò che la Comunità ci fa vivere attraverso i nostri “figli”, cioè tutti i giovani che abitano le fraternità del Cenacolo, perché anche se i nostri non sono qui o sono già usciti, sentirsi rivolgere un saluto, magari da un ragazzo straniero, come “ciao mamma, ciao papà”, ti dà una gioia pazzesca, ti fa sentire mamma, papà di tutti.
Eravamo circa duecentocinquanta persone, tra genitori e amici della Comunità! Ci hanno accompagnato al Podbrdo e al Križevac i nostri sacerdoti e alcuni “angeli custodi” che hanno portato di peso sui monti gli anziani e gli ammalati.
Mercoledì 12 ottobre è stata molto toccante la preparazione al sacramento della Riconciliazione, che sottolineava l’importanza di mettere ordine nel nostro cuore e consegnare tutto alla misericordia di Dio. Dopo le confessioni siamo andati al Campo della Vita, dove abbiamo ricevuto una gioiosa accoglienza e dove abbiamo assistito alla rappresentazione del “Figliol Prodigo” che sempre ci tocca, in particolare le mamme che si sono lasciate scappare non poche lacrime. Giovedì mattina di buon’ora siamo saliti al Križevac. Ognuno di noi lo ha vissuto in modo forte, sia pure con stati d’animo diversi, considerando che alcuni vi salivano per la prima volta, e quindi con tante lacrime, con tante richieste di perdono, di aiuto e di grazie. Era commovente vedere chi faceva più fatica non voler mollare e arrivati alla Croce  Bianca le lacrime e gli occhi di tutti erano veri, luminosi. Nel pomeriggio abbiamo fatto visita al Campo della Gioia, dove le ragazze ci hanno accolto con balletti, canti e tanti sorrisi. Abbiamo avuto la S. Messa, conclusa con l’invocazione allo Spirito Santo su alcuni genitori che festeggiavano le ricorrenze di matrimonio e su don Rinino che festeggiava i 45 anni di sacerdozio. Un momento forte del nostro pellegrinaggio è stata l’adorazione Eucaristica fatta alla sera al Campo della Vita.
Il giorno seguente ci sono state le testimonianze delle ragazze e dei ragazzi; ascoltandole scopriamo sempre di più che nella semplicità del raccontare il loro vissuto, dopo tanta sofferenza, il sentirsi amati e amare diventa la loro forza.
Nel nostro gruppo c’erano non solo genitori e parenti, ma anche amici che hanno conosciuto la Comunità per la prima volta e le loro condivisioni di ciò che hanno vissuto, al rientro in pullman, sono state una testimonianza di come fare le cose nel bene ti cambia, ti fa amare la vita.
Con Maria nel cuore, più “carichi” e pronti ad affrontare la vita, ma anche con un po’ di sofferenza, abbiamo lasciato quel luogo santo con tante aspettative, propositi e grazie da chiedere e affidare a Maria e con tanta gratitudine alla Comunità, perché ci accompagna per mano nel nostro cammino di conversione. Forse non tutti abbiamo avuto una risposta, forse dovremo restare in ascolto ancora un po’, ma certamente una cosa ci è chiara: Maria è la nostra mamma e ci ama, per questo  la faremo felice se restiamo uniti nella preghiera. Grazie!

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