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A Medjugorje per i trent’ anni delle apparizioni

Per me tornare a Medjugorje è sempre una esperienza particolare. Sei anni fa infatti ero uno dei tanti pellegrini che arrivavano per la prima volta in questo paese della Bosnia Erzegovina. Non sapevo nulla della Comunità Cenacolo e sicuramente mai avrei pensato di entrare in una comunità per tossicodipendenti. Ma tra tutte le tappe del pellegrinaggio la cosa che mi colpì maggiormente fu la testimonianza di un “ragazzo di Suor Elvira”. Mi ricordo ancora i suoi occhi luminosi e la libertà che traspariva da ogni sua parola, anche quando raccontava le sue paure e le sue emozioni più intime. Quella libertà l’avevo cercata tutta la vita senza mai riuscire ad ottenerla.
Oggi dopo alcuni anni passati in Comunità mi sono trovato ad essere io quel ragazzo che accoglie i pellegrini e che parla di sé e della Risurrezione. All’ inizio c’era paura del giudizio, ma poi a poco a poco ha prevalso il desiderio di condividere la mia esperienza con loro. Mi sono ricordato di come allora mi sentivo stanco, scontento, deluso. La vita non era un dono e non realizzava le promesse che portavo nel cuore. La fede era relegata solo alla parte spirituale, dava emozioni ma non incideva nel quotidiano. Vivevo come contraddizione fede e tristezza.
Nelle mie testimonianze ho raccontato che oggi molte cose sono cambiate. Ai pellegrini che venivano ad ascoltarmi ho detto che ancora mi arrabbio, ancora cado, non accetto molti miei limiti ... però è nata in me una grandissima speranza. Ho scoperto dentro di me una scintilla di misericordia che mi fa desiderare di perdonare tutto e tutti, non ci riesco ma il solo pensiero mi dà gioia e tutti i miei problemi al  confronto diventano piccoli. Non mi accontento più di una fede vissuta solo a momenti, ho la speranza che cambi tutta la mia vita, lotto per questo, è la ragione per cui ancora oggi sono in Comunità. Sono stato un cristiano triste e so che senza una verifica della fede alla lunga smarrirei le ragioni per credere e diventerei proprio “come tutti”. Ma quando guardo Madre Elvira rimango affascinato dalla felicità che leggo nei suoi occhi, una gioia radicata nella fede che per me vale come una promessa.
Grazie

 Simone


Ho ricevuto il dono e la Grazia di poter essere a Medjugorje per i trent’ anni delle apparizioni e i vent’anni della nostra fraternità, è stata sicuramente un esperienza bellissima. Fin dal primo giorno vedere così tanti pellegrini in viaggio, provenienti da nazioni e luoghi diversi, ma tutti uniti dalla fede e dall’amore per Maria, mi ha fatto pensare molto a quanto bene abbia fatto e faccia tutt’ora questo luogo.
Appena arrivati l’atmosfera che si respirava era veramente particolare e il clima di serenità e di preghiera si sentiva molto forte. In particolare nella serata di venerdì quando in occasione dell’apparizione, Maria aveva invitato tutti a salire sul Podbrdo: è stato molto bello vedere tutti noi ragazzi e ragazze della Comunità e tantissime altre persone, uniti nei canti e nelle preghiere in ginocchio per rispondere con il cuore alla sua chiamata. Mi ha colpito molto vedere come tanta gente arrivava fino ai piedi della statua di Maria, per portare oggetti e intenzioni con tanta speranza e fiducia negli occhi.
Molto belli sono stati anche gli altri giorni vissuti in fraternità; la possibilità di vedere tanti pellegrini venire per conoscere la nostra realtà e per ascoltare le nostre testimonianze; la presenza di Madre Elvira che in tanti momenti è intervenuta con gesti forti e pieni di vita, trasmettendo a tutti tanta luce e tanta speranza.
La possibilità di stare vicino alla gente in quei giorni e di condividere con loro ciò che vivo, mi ha dato la possibilità di confermare di quale grazia Maria abbia rivestito la mia vita e quale grande dono sia poter vivere il mio oggi in Comunità.

 Fabio

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