Una luce ha avvolto il mio cuore, una voce mi ha parlato, ho incontrato il Signore…" (San Paolo)
Ciao a tutti, mi chiamo Daniela, ho 43 anni e da qualche anno vivo in Comunità con la gioia di sapere che la vita è un dono prezioso da non sprecare superficialmente come facevo prima. Sono arrivata qua per fare un'esperienza di 40 giorni, pensando con presunzione che sarebbero bastati a togliermi la "non voglia" di vivere che avevo e a ridonarmi il sorriso che avevo perso per strada. Da subito mi sono resa conto, grazie al mio "angelo custode" e alle ragazze della fraternità dove sono entrata, che ero "a pezzi" e che avevo tanto bisogno di tutto, per tornare a credere che la vita avesse un senso; e così grazie a Dio sono rimasta. Mi ricordo bene la fatica che ho fatto a fidarmi delle sorelle con cui vivevo, perché ancora non sapevo quanto ero ferita. Nella mia testa limitata pensavo che la Comunità servisse quasi solo esclusivamente a chi aveva avuto problemi con la droga, l'alcol, le pastiglie, e quindi lasciarmi "aiutare" da tante di loro non lo credevo possibile perché pensavo che non potessero capirmi e che avevano avuto vite diverse. Sbagliavo, perché quando sono riuscita ad aprirmi con una sorella e a raccontarle cosa portavo dentro ho compreso che tutte avevamo sofferto nella vita, solo ognuna aveva reagito come aveva potuto. Ricordo la sofferenza provata nel ricordare le ferite della mia infanzia: quando vedevo i miei genitori non andare d'accordo e vivere indifferenti l'uno verso l'altra; quando dormivo con mia mamma e mio papà sul divano o chissà dove; quando mi chiedevo da dove ero nata e se per caso non fossi nata per sbaglio; quando il silenzio regnava costantemente in casa; quando eravamo tutti insieme a tavola e parlava solo la TV; quando mio papà trattava tutti con l'indifferenza; quando dava le botte alle mie sorelle, a mio fratello; quando in paese le persone ci guardavano strano perché figli di… Grazie all'aiuto delle sorelle ho compreso che quel Gesù che fuori bestemmiavo permetteva che questi ricordi ritornassero per guarirmi con il Suo amore. Ero in una fraternità mista dove c'erano anche i ragazzi e ho potuto vedere quanto il disprezzo che provavo per mio papà avesse condizionato i miei rapporti con gli uomini. Avevo fatto pagare a loro per le sue mancanze e avevo poi generato il male attorno a me. Mi ero pure sposata, coinvolgendo dentro tutta la rabbia che portavo un povero ragazzo che non c'entrava niente, ma a cui facevo pagare tutto e così in questo modo e senza fede tutto è crollato. Del mondo poi avevo scelto la superficialità e così, sempre grazie alle sorelle "che si erano drogate", ho compreso che è droga tutto quello che ti condiziona la vita e ti impedisce di amare: l'apparenza, la moda, la seduzione, la certezza di avere il "mio" lavoro, la "mia" casa, la "mia" macchina e l'egoismo in cui vivevo che mi faceva pensare: "Quando sto bene io, stanno bene tutti". Anch'io avevo scelto il male perché tutte queste cose, che erano le mie sicurezze, alla fine non sono bastate a farmi avere la gioia nel cuore o ad impedirmi di essere triste dal mattino alla sera, con un sorriso falso come Giuda. Oggi dico grazie al fallimento della mia vita, perché altrimenti non avrei potuto sperimentare, conoscere, vivere tutto l'amore che vivo oggi in Comunità. Non avrei mai saputo chi ero e che se tante cose non hanno funzionato è stato anche per il mio orgoglio. Non avrei mai capito che dovevo perdonare mio papà per vivere in pace. E' straordinario come la Comunità mi abbia aiutata a diventare misericordiosa con il mio passato. Ora, quando penso al mio papà che è già in cielo, so che sorride assieme a me e di sicuro quando lo rincontrerò, come ci dice Madre Elvira, lo abbraccerò non solo 7 secondi ma 70 volte 7, perché in fondo ha avuto il coraggio di farsi vedere così com'era, povero, ed ho capito che questa è l'eredità migliore che potesse lasciarmi, perché anch'io oggi posso amarmi e farmi vedere proprio così povera. Grazie Madre Elvira per avermi regalato tanta voglia di amare e la dignità di donna che avevo perso. Grazie cara Madre anche per la scuola d'amore che mi hai insegnato e per avermi fatto incontrare Gesù. Grazie Gesù e Maria per il dono della mia famiglia, che sento di amare con tutto il cuore. Grazie per ogni sorella che mi accompagna, mi sostiene, mi sopporta e mi ama in Comunità. Ed infine, grazie Madre Elvira, per la possibilità di rimanere ancora in Comunità con tutti voi, di cui ho bisogno. Grazie Dio perché esisti davvero!!
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