ItalianoHrvatskiEnglishFrançaisDeutchEspañolPortuguesePo PolskuSlovakia     

 

Storia

Fraternità "Nazareth" - Loreto (AN)
Un desiderio di Mons. Comastri, che trova posto nel cuore del suo successore Mons. Gianni Danzi. Nasce così questa fraternità che ci porta nel centro
della fede e della storia: il “sì” di Maria a Dio e all’umanità.

«Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi»
(Lc 13, 30).

Probabilmente è questo ciò che il Signore ha voluto farci sperimentare con l’apertura della nuova fraternità “Centro Pasquale Macchi - Casa Nazaret” in cima della spianata di Montorso a Loreto.
Come Maria fu raggiunta dall’Angelo nella sua umile casa di Nazaret e lì avvenne il “sì” più grandioso di tutta la storia dell’umanità, così anche noi siamo stati chiamati dal Signore ad un piccolo “sì” che darà tanta gioia non per la nostra grandezza, ma perché detto in quella stessa Santa Casa di Nazaret.
La storia di questo progetto inizia alcuni anni fa, quando S.E.R. Mons. Angelo Comastri, allora Arcivescovo Prelato del Santuario, chiese a Madre Elvira di aprire una casa a Loreto. Lei accettò, ma la casa non c’era ancora. Con molta premura e sollecitudine S.E.R. Mons. Comastri incominciò la ricerca di un posto adeguato e diede inizio alla ristrutturazione di quello che in passato era un umile cascina con la sua porcilaia. I lavori si protrassero per alcuni anni e nel frattempo Mons. Comastri fu chiamato in Vaticano ed al suo posto fu eletto S.E.R. Mons. Gianni Danzi, il quale alcuni mesi fa ci chiamò per annunciarci il buon proseguimento dei lavori e per invitarci a partecipare all’incontro del Santo Padre Benedetto XVI in occasione dell’Agorà dei giovani italiani che si sarebbe tenuto proprio nella spianata di Montorso. Questa “coincidenza” tra i lavori della casa e l’arrivo del Papa ci è sembrato essere il “segno” della Divina Provvidenza... insomma c’era da andare e stop.
Siamo arrivati in una Loreto in pieno movimento, immersa nei preparativi di questa “Piccola GMG” italiana... piccola per modo di dire, visto che la domenica c’erano cinquecentomila persone per la Santa Messa col Papa.  Nella spianata si facevano montaggio e prove per la veglia di preghiera, e pochi metri più in su anche noi eravamo all’opera per pulire e per mettere in ordine tutto quello che la Provvidenza, che come sempre ci precede e ci attende in ogni luogo, aveva già preparato.
Abbiamo “fretta” di preparare la stanza più importante della fraternità, quella del “padrone di casa”, Gesù. Ci immergiamo quindi nell’allestire una cappellina e Padre Stefano non ci fa perdere un minuto, “spingendoci”, da buon fratello maggiore, a lavorare in modo sollecito e preciso.
Addobbiamo anche un po’ la casa e così siamo più o meno pronti per accogliere l’arrivo di nostra Madre Elvira che osserva i nostri lavori e poi ci fa risistemare tutto da capo, trasmettendoci con amore e profondità il senso ed il modo in cui le cose vanno fatte.
La sua presenza in casa si sente soprattutto dal suo passaggio in cucina, dove può insegnarci tante cose imparate in anni di servizio dietro ai fornelli. Fare bene da mangiare è un po’ come dare la vita, perché è nutrimento e salute. È proprio durante uno di questi momenti  che un giorno, mentre stavamo imparando a friggere dei pesciolini impanati, arriva di sorpresa il Vescovo Mons. Gianni, il quale con una semplicità ed una paternità che ci stupiscono, entra nella cucina ed assaggia insieme a noi questi succulenti pesciolini.
In lui abbiamo potuto gustare l’amore, la bontà e la generosità che spesso incontriamo in
Madre Elvira. Mons. Gianni oggi non è più qui con noi, ma noi sappiamo di avere ormai un amico in Cielo che sicuramente continua ad agire per noi da lì come ci ha fatto vedere negli ultimi giorni della sua vita terrena.
Mons. Gianni, possiamo dirlo, era il volto tenero del Padre. Fin dall’inizio egli ha espresso il suo affetto per noi con gesti e parole molto concrete. Per lui, eravamo i suoi “figli”. Il primo grande regalo che ci ha fatto è stato il dono di lasciarci nel tabernacolo il Santissimo Sacramento: Gesù Eucaristia. Poi, ci ha invitati ad assistere all’Agorà dei giovani la domenica ai piedi del palco insieme a numerosi sacerdoti giunti per l’evento. Quel giorno, due dei nostri ragazzi hanno ricevuto la Comunione direttamente dalle mani del Santo Padre. Lì abbiamo sperimentato l’Amore del Padre che dall’ultimo posto, quello dove eravamo noi, ci ha fatto venire più avanti, senza avere neppure fatto alcunché di così meritevole. Mons. Gianni non è stato solo questo: per molti di noi egli è stato soprattutto colui che, semplicemente, da Vescovo che era, ha saputo vivere la semplicità della nostra vita, condividendo i pasti al nostro tavolo e dimostrandoci davvero la gratuità e l’intensità del suo amore per noi.
Con noi Mons. Gianni si è comportato come un padre e noi vogliamo ringraziarlo per l’amore e la tenerezza di Dio che ha lasciato intravedere in lui.
Appresa la notizia della partenza per il cielo di S.E.R. Mons. Gianni Danzi, Arcivescovo di Loreto, pur nel dolore, siamo però grati al Signore perché abbiamo potuto conoscere nel tempo trascorso a Loreto la straordinaria umanità, profondità e semplicità di Mons. Danzi. Tutti i ragazzi di Montorso lo hanno sentito Padre e Amico, si sono sentiti veramente “suoi figli”, come Lui li ha chiamati nell’ultimo messaggio inviato ai suoi fedeli, e hanno vissuto lo stupore e la gioia di vedere in Lui il volto del Buon Pastore che fa sentire la “pecorella smarrita” particolarmente preziosa al cuore di Dio. 
Grazie Mons. Danzi perché ci ha voluti vicini alla “Casa di Maria”, grazie perché la breve conoscenza che abbiamo fatto di Lei è stata però di un’intensità profondissima, che lascia un segno indelebile in noi. è il segno dell’Amore vero, quell’Amore capace di vincere la tristezza della morte nella certezza della fede che la Vita è eterna.
Ci sostenga dal Paradiso nel quale oggi è giunto nella festa degli Angeli Custodi.
Continui ad adoperarsi senza sosta per quei giovani che qui sulla terra ha amato di un amore speciale, e per i quali in Cielo, da gran lavoratore quale Lei era, si adopererà instancabilmente.
Sia l’Angelo Custode del centro da Lei voluto a Montorso, perché tanti giovani possano ritrovare la gioia e il senso vero della vita!
Grazie per il bene che ci ha voluto e per tutto ciò che ha fatto e farà per noi!

                                                                                    (dalla rivista Risurrezione - Marzo 2007)

Stampa questa paginaStampa questa pagina