Fraternità "Sacra Famiglia" Marene 1996 (CN)
Cercavamo una casa adatta per una fraternità femminile, senza la necessità di dover fare tanti lavori di muratura, in modo che le ragazze potessero entrarci subito.
Dopo molte ricerche, non molto lontano dalla Casa Madre di Saluzzo e dalla Fraternità femminile di Savigliano, in frazione Tetti Botta, nel comune di Marene (CN), finalmente... la casa giusta.
Si trova l’accordo e può nascere così la nuova Fraternità. Arriva il giorno dell’apertura: partiamo in dieci ragazze e quattro ragazzi, l’11 marzo 1996.
Il primo impatto con la nuova casa, che verrà battezzata “Sacra Famiglia”, è sicuramente piacevole e confortante; dopo tante case da risistemare, questa è già pronta.
È una bella abitazione disposta su due piani, con la necessità di una bella ripulita nella parte esterna, a causa degli anni in cui è stata incustodita. Il lavoro più grande ce lo richiede, sicuramente, la parte antestante l’abitazione, con il giardino e il frutteto abbandonati a loro stessi, e la parte posteriore con il suolo argilloso dell’orto ormai incolto. È primavera e così iniziamo subito a lavorare la terra, che senza farci attendere molto, ci dona un provvidenziale raccolto.
Da subito siamo accolte con gioia dalle persone del posto.
Don Giuseppe, parroco di Marene, proprio nel giorno di san Giuseppe viene a celebrare la Santa Messa e ci fa il dono di Gesù Eucarestia. La cappellina è un’ex camera da letto, molto semplice, ma la presenza di Gesù la fa sembrare ai nostri occhi come la più bella cattedrale del mondo.
Molto affettuosa è stata anche l’accoglienza dei nostri vicini, una famiglia di preghiera, amante della Madonna di Medjugorje, che ci trasmette da subito la gioia di averci accanto e ci dona amicizia, condivisione e anche tanti buoni consigli per la cura del giardino e del frutteto. Una strana curiosità che ci ha detto Giustina, la nostra nuova vicina, è la presenza di un pruno che da dieci anni non fioriva più e che, con le nostre attenzioni, in quello stesso periodo è ritornato a fiorire. È stupendo paragonare questa pianta a tutte noi ragazze accolte in questa Fraternità che dopo tanti anni di aridità del cuore, abbiamo ricominciato a fiorire alla vita, riscoprendo il valore e il significato di un sorriso, del perdono, dell’accoglienza reciproca, grazie alla conoscenza del nostro migliore amico: Gesù, Amore e Misericordia infinita.
Con Giustina e Paolo, suo marito, giorno dopo giorno è cresciuta l’amicizia. Spesso ci invitavano a cena da loro e noi, per contraccambiare li invitavamo alle nostre Messe. Non solo loro ma tutti ci hanno aiutato da subito.
Ad esempio Claudio, un vicino che è sulla sedia a rotelle e che alleva maiali, di tanto in tanto ce ne regala uno, altri ci hanno regalato un vitello, latte e tutto quello che ci serviva, a volte anche il di più.
Nei primi mesi abbiamo avuto qualche problema con la fossa biologica, così abbiamo deciso di farne di nuove ed abbiamo iniziato a scavare. Quella è stata una grande crescita soprattutto per noi ragazze, perché era molto faticoso, ma abbiamo resistito riuscendo a costruire nella sofferenza una grande unità tra di noi.
Non abbiamo avuto tempo per litigare e discutere, ma solamente per pregare e lavorare.
Naturalmente scontri ce ne sono stati ma con l’aiuto della preghiera siamo riuscite a superarli tutti.
Passa il tempo e ci avviciniamo al termine dell’estate: bisogna pensare e programmare il laboratorio per la realizzazione dei nostri lavori artigianali. In attesa del locale appositamente studiato, da costruire, il refettorio oltre ad accoglierci per il pranzo e per la cena, si riempie di macchine da cucire, stoffe, legno e carta ovunque.
Un bel dono che ci regala la fraternità di Saluzzo, è una statua di Nostra Signora di Lourdes ad altezza naturale, che viene posta in mezzo al giardino per accogliere tutti gli amici che entrano in casa. Ancora oggi quella statua è lì e spesso preghiamo il Rosario davanti a lei.
Quando l’abbiamo messa, un contadino tutte le mattine, passando davanti al nostro giardino, si faceva il segno della croce e diceva qualche preghiera prima di iniziare il lavoro. Questo è stato per noi un piccolo segno concreto della nostra presenza “evangelizzatrice” in quel luogo.
Trascorrono gli anni e la casa si ingrandisce: grazie alla buona volontà e al Comune di Marene, che ci dà la concessione, la vecchia stalla diventa un bel laboratorio; viene costruita poi la lavanderia, la cucina viene ampliata, si realizza una nuova camera con un bagno per accogliere più ragazze, il forno a legna con vicina una veranda… La fiamma che il Signore ha acceso quell’11 marzo, continua ad illuminare, a riscaldare e a dare speranza a tante vite che giorno dopo giorno vediamo rifiorire nel giardino della Comunità.
Ringraziamo Gesù per tutte le ragazze che in questi anni in questa casa hanno ritrovato la gioia di vivere, e preghiamo perché ancora tante possano essere accolte tra queste mura per incontrare quello che stanno cercando in una vita sbagliata.
(dalla rivista Risurrezione - Dicembre 2001 )
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