Fraternità "San Nicola" - Biograd 1998, Croazia
Finalmente, dopo due lunghi anni di attesa, grazie al costante interessamento del Vescovo della diocesi di Zara e all’impegno tenace del gruppo di genitori croati, la Comunità Cenacolo ha posato le radici della speranza in un paesino della Dalmazia di nome Jankolovica, nei pressi di Biograd, a pochi chilometri dal mare, nel suggestivo paesaggio di pietra della costa croata. Era la terza casa in Croazia. La costruzione che ci ha accolti al nostro arrivo, più che ad una casa, assomigliava ad un capannone. Infatti, nel triste periodo della guerra serbo-croata, lì era ubicata una caserma di soldati. Pesantemente bombardata, come del resto tutta questa zona che ha sofferto molto del conflitto anche in termini di vite umane, la caserma si presentava come luogo triste: i tetti non esistevano perché crollati e in giro si respirava ancora il “sapore” della desolazione. Quello che è stato un luogo di morte e distruzione stava diventando un segno di rinascita e di vita. Desideriamo dire un grazie grande a tutti coloro che hanno fatto in modo che potessimo arrivare lì; infatti fino a pochi giorni prima del nostro arrivo nei fabbricati non c’era altro che immondizia e ferro vecchio. Ora, anche se c’era ancora tanto da fare, il minimo indispensabile lo avevamo. Decine di ragazzi di questa zona, ogni settimana, già da tempo si recavano ai colloqui della Comunità per poter essere accolti, spinti dal grande desiderio di cambiare la propria vita e seguendo l’esempio di molti già ormai reinseriti felicemente nel mondo del lavoro e di quelli che, terminato il loro cammino, hanno scelto di donare ancora un periodo della loro vita per aiutare i giovani che entrano “distrutti”. Il 9 novembre 1998, un gruppo di venti ragazzi provenienti dalle altre tre fraternità della Croazia, ha dato il via a questa avventura. L’apertura di una nuova fraternità comporta tanti sacrifici ed il sapersi adattare anche a situazioni di emergenza: non sempre è facile lasciare ciò che con fatica si è costruito, gli amici con i quali hai condiviso gioie e sofferenze, e così è successo a tutti noi, ma il desiderio di iniziare qualcosa di bello partendo da zero ci ha dato la forza per superare le prime difficoltà. Come ad ogni apertura di una nuova fraternità, la celebrazione della Santa Messa è il miglior modo per ringraziare il Signore e affidare tutto nelle Sue mani. Ed è quanto ha ripetuto anche don Ikic, parroco di Biograd, nel primo vero segno della Provvidenza che abbiamo ricevuto… quella Provvidenza spirituale di cui ogni giorno necessitiamo, e che per noi è segno di quanto Dio Padre ci ama. Proprio a questo abbiamo pensato i primi giorni vedendo la diffidenza e la fatica delle persone del posto ad avvicinarsi a noi. Sentivamo il peso del giudizio di chi ci guardava da lontano, ma, con l’aiuto di Dio e la nostra perseveranza nel bene, il loro modo di fare è cambiato. Un giorno, finalmente, ci siamo davvero sentiti accolti quando un abitante della vicina cittadina di Jankolovica ci ha portato la prima Provvidenza: lo abbiamo visto come un segno. Già da un po’ di tempo ricevevamo l’aiuto dei genitori e delle persone che ci conoscevano, ma questo dono valeva più di tutti gli altri, perché è servito a rompere il muro di paura che tanti anni di guerra avevano lasciato nel cuore degli abitanti del posto. Grazie all’aiuto di tutti, abbiamo iniziato i primi lavori che, naturalmente, sono stati quelli di ristrutturazione degli edifici; il primo ad essere sistemato è stato quello per la cappellina, il luogo della Vita, dove Gesù, ogni giorno, ci dà la forza per andare avanti. Ricordo che eravamo accampati nelle stanze, con letti a castello militari a tre piani, senza il tetto della casa, e così ogni pioggia diventava una “doccia” di umidità e di freddo; poi la presenza di un solo bagno creava a volte disagi, ma tutti questi sacrifici vissuti insieme hanno cementato una forte e vera amicizia tra noi. La fraternità oggi è cambiata tanto, quasi non si riconosce più la vecchia caserma, ma si vedono due belle case con quaranta giovani che hanno tanta voglia di vivere e di rinascere. Le vecchie stanze “a cielo aperto“ , dove ti alzavi al mattino con il materasso e le coperte belle “inzuppate” d’acqua, sono diventate delle belle camere accoglienti; la cucina volante ha trovato il suo posto fisso, con accanto un bellissimo refettorio, e poi forno, falegnameria, stalla e un orto grandissimo, insieme ai bei murettini di pietra e agli spazi verdi, oltre all’immancabile campo da calcio, fanno oggi di questa casa una piccola “reggia”. Tutti i ragazzi che hanno iniziato questa bella avventura, hanno lasciato un pezzetto del loro cuore nella fraternità San Nicola, ma in cambio di quel piccolo pezzetto lasciato lì, ha ricevuto un cuore intero tutto... nuovo.
(dalla rivista Risurrezione - )
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