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Storia

Fraternità "Letizia" - Savigliano 1985 (CN)
La famiglia continuava ad aumentare. Così nel 1985 viene aperta, nella pianura saviglianese, la seconda casa della Comunità, la fraternità “Letizia”…

Il Signore continuava a benedire la sua opera, i ragazzi che chiedevano aiuto aumentavano di giorno in giorno, e così si rese necessaria l’apertura di una nuova casa per poterli accogliere. Si acquistò a Savigliano un casolare, ormai logoro e abbandonato dai proprietari.
Ne prendemmo possesso nel 1985, ed entrammo in un primo tempo con un gruppo di ragazzi. Molta povertà, molto disagio… ma tanta gioia e serenità. Si viveva con entusiasmo la realtà di ogni giorno, quasi non ci accorgevamo delle difficoltà. Il riscaldamento era limitato alla cucina, con una stufa a legna, dove intorno ci riunivamo per i pasti e i momenti d’insieme. Si gustava tutta la gioia di vivere in un ambiente di pace, impegnati a crescere con l’aiuto vicendevole e la preghiera.
Alla mattina sveglia alle ore cinque per l’adorazione, anche se ancora non c’era in casa la presenza di Gesù sacramentato, poi partenza a piedi per la Messa a Monasterolo o Savigliano. Nulla ci fermava, pioggia, neve, gelo non ci spaventavano, era importante partecipare all’Eucarestia per trarre la forza vera, quella di Gesù in noi. Poi il lavoro riprendeva con grinta e slancio; piano piano la casa si trasformava, così come si trasformava la personalità di ogni ragazzo.
La Provvidenza ci permise poi di acquistare anche un pezzo di terreno più ampio, intorno alla casa, per il campo giochi e l’orto. Si iniziò così il lavoro della terra che dava i suoi frutti, si vivevano momenti di gioco con grande gioia e sollievo.
Ricordo che di domenica, dopo la Messa, si andava tutti nei campi per raccogliere i girasoli…(nostro piatto preferito) e anche questo era un momento d’insieme molto bello. Anche i nostri vicini di casa, dapprima molto restii (vengono i drogati…ma no!) divennero col tempo amici e si lasciarono usare dal Signore per farsi aiuto concreto per noi. Veramente abbiamo avuto modo di vedere e sperimentare in tutti i sensi la Provvidenza di Dio, che, pur in mezzo a grandi difficoltà, non ci ha mai fatto mancare niente. In questo contesto di vita povera, si consolidava di più l’unità del gruppo, ed insieme si cresceva in amore, solidarietà e fede cristiana, riponendo la nostra fiducia unicamente in Dio solo. Tutti sperimentavamo come sia bello vivere nell’essenzialità, senza tante cose materiali ma con il cuore sempre pieno di gioia e di tanta pace, uniti da un amore non calcolato ma gratuito, con una buona carica di entusiasmo per questa nuova vita che ci porta alla vera libertà.
In seguito la casa venne ristrutturata dai ragazzi. Fu costruita la cappellina nel sottotetto, accanto alle stanze dei ragazzi che vennero ricavate nel vecchio fienile. Sotto, al piano terra, vennero ricavati una grande cucina, il refettorio, la lavanderia, la nuova cappella più ampia e spaziosa, l’ufficio.
Terminata la sistemazione della casa, i ragazzi si impegnarono nella costruzione di un capannone, accanto alla casa, utile come laboratorio e officina.
Sono passati molti anni ormai da quel lontano 1985 e la casa è completamente trasformata: non sembra più il rudere di allora. Per chi viene oggi, la fraternità “Letizia” si presenta come una splendida cascina in mezzo alla pianura saviglianese, segno della trasformazione e del cambiamento dei cuori di molti ragazzi, passati per ritrovare la vita e la voglia di vivere.
Grazie Signore per le tue meraviglie, la fedeltà del tuo amore. Dio è la nostra certezza, quella certezza che ci rende sicuri e fermi nel procedere in questo cammino che ci porta alla nuova vita.
Dal gennaio 1994 suor Elvira ha scelto questa casa per far nascere la prima Comunità Cenacolo femminile, ma di questo vi parleremo nella prossima puntata.

Continua l’inserto sulla fraternità di Savigliano che negli ultimi anni... si è tinta di rosa spalancando le sue porte all’accoglienza delle ragazze.

Ed eccomi qua a continuare, come ho annunciato la scorsa volta, la meravigliosa avventura della casa di Savigliano e della sua trasformazione in fraternità femminile. Nel gennaio del '94 cominciarono a comparire alcune figure femminili. Inizialmente suscitarono grande stupore ed interrogativi, dato che, per più di dieci anni, la casa è stata abitata e gestita solo da ragazzi. Le prime ragazze che giunsero qui, erano mogli e fidanzate di ragazzi che, terminato il cammino negli anni precedenti, decisero insieme di ritornare in Comunità come coppie, per continuare a vivere la realtà comunitaria al servizio degli altri.
Certamente era iniziato il progetto di Dio sulle fraternità femminili, anche se allora non riuscivo a capirne la portata e l'importanza. I primi passi furono faticosi ed impacciati: mi commuovo ancora, perché era come un bimbo di pochi mesi che cercava di fare i suoi primi passi alla scoperta del mondo… quante cadute! Se non ci fosse stato l'aiuto costante e forte del Signore, forse oggi non potrei raccontarvi tutto questo. Il primo diario al femminile della casa, scritto da Cinzia il 30 dicembre 1993, così raccontava: "Oggi è stata una giornata ricca di emozioni. Temo che piangerò a più non posso…ho un groviglio di emozioni difficili da controllare. Nel frattempo continuano ad arrivare le ragazze con i bambini e la casa cambia completamente dimensione; spesso mi guardo intorno, e mi stupisco nel vedere attuarsi questa trasformazione: dove prima c'era il refettorio, adesso c'è un tappeto con giochi sparsi e bambini festosi da tutte le parti, che con i loro gridolini hanno sostituito le risate dei ragazzi. Da stasera ha inizio la grande avventura della casa delle ragazze. Madonnina Santa, ti chiedo di proteggerci  e di aiutarci a seguire  il tuo esempio di vita vissuta secondo la volontà del Padre".
Già, i bimbi…Miracoli di Dio che mi fanno commuovere e intenerire; sapeste a quanti ragazzi ho visto gettare via l'immagine del duro e del cattivo di fronte alla dolcezza ed alla tenerezza di un bambino. Ragazzi segnati nel corpo e nello spirito dalle durezze della piazza tornano ragazzini giocando con loro, rotolandosi nel prato e rincorrendosi gioiosi. Queste sono guarigioni che solo le fraternità femminili possono donare, nelle quali l'importanza e la sacralità della famiglia vengono messe in primo piano. Il tempo passava, e suor Elvira, vedendo che si trattava di un'esperienza positiva, aprì allora le porte a tutte quelle ragazze che volevano conoscere una proposta di vita cristiana, diversa da ciò che il mondo oggi propone. Così, il 27 febbraio del '94,  con la casa ancora in trasformazione, ci fu il primo incontro delle "ragazze". Fu l'inizio di tanti incontri, che, ancora oggi, si tengono una volta al mese. Che bello ricordare le prime volte, l'impaccio che si provava nel dover raccontare ad altri la propria esperienza, ma soprattutto amo rivivere le amicizie che, piano piano, si creavano.
Amicizie che durano ancora oggi perché fondate su valori di verità, di condivisione, di aiuto reciproco, ma soprattutto perché  nate dalla ritrovata voglia di vivere la vita e dai cuori generosi di ragazze che hanno saputo dire "sì" allo stile di vita della scuola di Gesù Salvatore. In questo modo veniva data l'opportunità non solo alle mogli, ma anche alle fidanzate o sorelle, di conoscere e comprendere il cammino che il ragazzo fa in Comunità, ma soprattutto di scoprire un nuovo modo di essere donna, moglie e madre. Proprio da questi incontri nacque l'esigenza nelle ragazze  di trascorrere un periodo in fraternità, per concretizzare le scoperte interiori che si stavano vivendo. Quanta fatica! E che sorpresa per molte ragazze riscoprirsi così diverse da come la società odierna strumentalizza la donna. Così la casa iniziò ad essere abitata da sempre più figure femminili e ad assumere un aspetto più familiare. Oltre ai normali lavori domestici e di giardinaggio, nacque quindi l'esigenza di creare un laboratorio dove si potessero svolgere varie attività artigianali.
I primi lavori erano molto semplici, ed esprimevano i timori e le paure, legate alle insicurezze, che emergevano nelle ragazze di fronte ad un lavoro nuovo. In quel periodo divenne la casa del "noviziato" al matrimonio, perché era decisa intenzione di suor Elvira preparare le nuove coppie ad una vita coniugale profondamente cristiana.
Ma il 18 luglio '94, come un fulmine a ciel sereno, giunse la prima ragazza tossicodipendente. Pensavamo che non ce ne sarebbero state delle altre, ed invece il Signore, attraverso di lei, ha preparato la strada a decine di altre ragazze con problemi di droga. Da qui nacquero nuove necessità e nuove esigenze, e grandi migliorie vennero portate sia alle strutture che alla qualità dei lavori di artigianato. Le attività di cucito, stencil, dècoupage e cartonaggio, diventarono così espressione della pazienza, della volontà, dell'intelligenza, del sacrificio, della fantasia, della creatività, dell'amore, dell'umiltà e della gioia delle ragazze nel collaborare all'opera creatrice di Dio Padre.
Oggi ciò che nasce dal loro impegno viene esposto nelle mostre che si tengono in varie località nell'arco di tutto l'anno, nelle quali vengono invitate a testimoniare la loro risurrezione. Ma non crediate di trovare soltanto ragazze in camice bianco! Tutti quelle mansioni che solitamente prima erano appannaggio dei ragazzi, cominciarono ad essere svolte con perizia sempre maggiore dalle ragazze. L'orto e le serre, dietro il costante e generoso aiuto di genitori volenterosi, divennero dispensa di  prelibati ortaggi che si rivelavano essenziali durante l'inverno. E proprio in vista della stagione fredda, si preparava la legna che serviva a far funzionare le stufe dislocate nella casa, e se non ci credete, guardate la foto! Sì, è vero, mi entusiasmo a raccontarvi queste cose, ma sono rimasta contagiata  dalla loro carica. Infatti, nonostante tutti questi scombussolamenti, in casa si è continuata a respirare la stessa gioia e la stessa serenità di prima, vivendo con il medesimo entusiasmo tutto quello che il Signore ogni giorno ci metteva davanti. E la preghiera ed il ringraziamento per il grande dono della vita sono stati sempre il centro delle nostre giornate, tanto che la costruzione di una nuova e bellissima cappellina, dove contemplare Gesù Eucarestia, è stato un passo inevitabile.
Siamo così arrivati ai giorni nostri. E' stato un crescendo di emozionanti ricordi.
La fraternità Letizia di Savigliano è un punto di riferimento non solo per tante giovani sbandate che vogliono recuperare il senso della vita, ma anche per quelle che desiderano riscoprire il vero valore della donna. E quante sono! Così, per poterle ospitare tutte, anche Spinetta diventa fraternità femminile, e poi Marene.
La vita continua! Viva la vita!

                                                                                      (dalla rivista Risurrezione - Marzo 1998)

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