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Storia

Fraternità "Città della Gioia" - Novigrad 2000, Croazia
Dopo Ugljane, Varazdin, Vrbovec e Biograd, alla fine di Maggio dell'anno 2000 viene aperta la quinta casa in Croazia. Questa volta la terra che ci accoglie è quella dell'Istria, a metà via tra Novigrad e Umag, in un posticino chiamato Karigador-Dalja, a pochi chilometri dalla frontiera tra la Slovenia e l'Italia.
Il grande dono di aprire una nuova fraternità del Cenacolo questa volta è toccato ad un gruppo di diciassette ragazzi, provenienti da tutte le già esistenti case croate e appartenenti a tante diverse nazioni: italiani, slovacchi, polacchi e croati.
I primi contatti per dare inizio a questa fraternità erano nati grazie all'amicizia con le suore Orsoline di Varazdin, attraverso le quali avevamo potuto mandare un gruppetto di cinque o sei ragazzi, ogni fine settimana per alcuni mesi, a preparare il terreno dove avevamo previsto di collocare alcuni container, nei quali organizzare tutti i locali necessari alla vita comunitaria: dalle stanze, alla cucina, alla cappella... perché gli edifici disponibili erano in condizioni da non permettere di essere abitati.
Il terreno a nostra disposizione è di proprietà della Diocesi di Porec, che ha voluto darcelo in uso, ed è molto vasto, visto che ha un'estensione di venti ettari di superficie coltivabile e di altrettanti di bosco.
Il giorno dell’inaugurazione all’ingresso della casa, ad accoglierci, erano presenti  il Vescovo, Mons. Ivan Milovan, l'ormai defunto carissimo mons. Hek, il parroco locale don Josip Razan e don Milan Zgrabljiz: tutte persone senza le quali non sarebbe stato possibile dare vita a questa nuova Comunità, che ancora oggi sono presenti e fedeli amici. C'erano pure tanti abitanti del posto, anche se soprattutto all'inizio non sono mancate le proteste da parte di alcuni, che non volevano avere una comunità di “tossici” vicino alle loro case. Sicuramente questa gente aveva le sue giuste motivazioni per essere sospettosa e preoccupata, perché nel nostro passato abbiamo seminato tanto male, approfittando della fiducia e della disponibilità di tante persone buone. Madre Elvira ci insegna che con il silenzio e con la testimonianza concreta di una vita pulita e onesta, possiamo riguadagnare la fiducia della gente: e questo è ciò che è avvenuto anche qui.
Un dono speciale è stato quello di avere fin dal primo giorno la presenza del Santissimo Sacramento all'interno della cappellina: senza questo sarebbe stato impossibile affrontare e superare le prime difficoltà e le condizioni di vita spesso disagiate, come la mancanza dell'acqua, della corrente e del telefono, la scarsità degli attrezzi necessari per i primi lavori, l'impossibilità di avere un campetto dove tirare due calci al pallone...
Come in tutte le case appena aperte, i primi tempi si lavorava tanto, senza pause lasciate al tempo libero, molto spesso anche la sera dopo cena, per portarsi avanti con le varie attività. Però non passava giorno senza che ci ritrovassimo tutti a pregare in cappella. L’esperienza della Comunità ci insegna che il tempo che si dedica a Dio non è mai perso, perché solo chi prega con gioia è poi in grado di lavorare con efficacia e con grinta, senza perdere tempo.
Presto incominciarono ad aggiungersi anche altri lavori: la pulizia del bosco, il giardino intorno alla casa, la piantagione di fichi e l'oliveto, una piccola stalla e un orto che man mano è andato sempre più ingrandendosi, visto che il clima dell'Istria è molto mite e favorevole alla coltivazione degli ortaggi.
Per la «Provvidenza spirituale» ci hanno sempre aiutato due sacerdoti del posto, don Josip e don Ivan, i quali venivano a celebrare la Santa Messa e a fare lezioni di catechismo ogni settimana. Però, la spinta spirituale più grande fu l'arrivo di Madre Elvira nel mese di Agosto, quando con la sua presenza entusiasta, amorevole, attenta alle piccole cose e con le sue parole piene di passione per Gesù e per noi giovani, ci ha trasmesso una speranza viva e una forza particolare per andare avanti nel cammino di conversione che la Comunità ci propone, superando le piccole e grandi difficoltà di ogni giorno, certi che il Signore è fedele e non tradisce mai.
Madre Elvira ci ha trasmesso con la sua vita, con il suo sguardo, con la sua convinzione che Gesù non ci ha mai abbandonati, che ci ha salvati e che oggi ci chiamava qui per affidare nelle nostre mani una nuova casa, in cui tanti altri giovani avrebbero potuto salvarsi e incontrare quella pace che nessuno ha mai saputo dar loro...
E così è stato: in questi anni qui in Istria si è formato un gruppo-genitori numeroso, che si incontra settimanalmente per pregare e camminare con la Comunità, e si sono aperti a Porec i colloqui per i ragazzi che desiderano salvarsi entrando in Comunità. In questi anni tanti giovani dell’Istria hanno ritrovato la gioia della vita!
Ringraziamo tutti i ragazzi che hanno saputo soffrire senza fuggire, e che si sono impegnati affinché questa casa continuasse a crescere per poter accogliere sempre più ragazzi.
Attualmente la fraternità «Città della Gioia» ne ospita una quarantina, ha un grande orto con una vasca di raccolta dell'acqua per l'irrigazione, pascoli, una piantagione di fichi tra le più grandi della Croazia,  un oliveto, un campo da pallone, un bellissimo giardino attorno alla casa e una bellissima veduta sul mare.
Anche il rapporto con i vicini è mutato e si respira sempre più fiducia e collaborazione. Oggi ci sono tante persone che ci aiutano spiritualmente e materialmente, che credono nel nostro pentimento e nella nostra conversione. Abbiamo tanti amici che si fidano di Dio e della Comunità,e che ci stanno vicino.
Il nostro desiderio ora sarebbe quello di costruire una nuova casa per i ragazzi, per poter “lasciare” i container, e magari per ospitare le coppie della Comunità per qualche giorno... vicino al mare. Speriamo tra poco di poter incominciare i lavori e non vediamo l'ora, perché la “Città della Gioia” possa diventare sempre più luogo di accoglienza e di pace.
Ringraziamo il Signore per aver scelto Madre Elvira come strumento della sua misericordia infinita per noi giovani, un tempo disperati e persi nelle tenebre del peccato, e per la fiducia di essere in questa bellissima terra per ricostruire la nostra vita e tendere la mano a tanti ragazzi che ci chiedono aiuto.
Grazie, pregate per noi!

                                                                               (dalla rivista "Resurrezione" - Settembre 2005)

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