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Storia

Fraternità "Emmaus" - Mariotto 1996 (BA)

Nell’agosto del 1996 nasce la fraternità “Emmaus” a Mariotto (BA), in Puglia.
I fortunati ragazzi che danno il via a questa nuova casa sono una quindicina. Con noi ci sono anche Biagio e Silvana, una famiglia amica della Comunità, nel vero senso della parola.
Come ogni casa che si apre, la prima cosa da fare sono i lavori di pulizia e di risistemazione dei locali. In questa tenuta abbandonata da tempo, di cose da “buttare” ce n’erano molte. Decidiamo di accendere un grande falò dove gettiamo tutto ciò che di sporco e vecchio troviamo in giro: è un po’ ciò che avviene nel nostro cammino in Comunità; prima di costruire l’uomo nuovo dobbiamo “buttare” giù quello vecchio. Bruciamo tantissime cose tra piantine secche, immondizia, erbacce e pezzi di legno. La difficoltà più grande era per chi doveva controllare il fuoco: era agosto e qui il caldo d’estate è veramente forte. Caldo del sole più caldo del fuoco... potete immaginare il sudore del fuochista.
Abbiamo già tanti amici vicino a noi, perché la nostra Comunità a Mariot¬to era già presente da qualche anno con un’altra piccola casa che oggi è stata chiusa.
Le cose da fare sono tante, ma questo è un grande dono che ci fa sentire la Comunità come casa nostra, e l’affiatamento tra noi nasce in maniera spontanea, sen¬za tanti grilli per la testa, perché i tanti impegni e le responsabilità ci provocano ad essere più maturi.
All’inizio la “Scuola di Maria”, l’altra fraternità di Mariotto, è stata un grosso aiuto sia co¬me lavoro sia per le prime necessità. Noi non avevamo proprio nulla, e quindi per il pranzo, la cena, il pane, le docce... e per qualsiasi altra cosa, andavamo da loro: questo ci ha aiutati molto nel diventare prima uniti noi nel sacrificio di vivere l’essenzialità, e poi uniti tra le due case come una vera famiglia che, anche se in luoghi separati, “mangia lo stesso pane”.
La casa, come ogni cosa ap¬pena nata, cresce in fretta, in poco tempo i ragazzi raddoppiano e con loro anche la casa si allarga, non solo come dimensioni per poterci accogliere tutti, ma anche come bellezza e praticità.
Anche qui la Provvidenza di Dio non ci lascia soli; non ci manca niente e questo miracolo, che ab-biamo davanti agli occhi giorno dopo giorno, è difficile da spiegare a parole. Noi che lo viviamo quotidianamente ne facciamo esperienza viva e non può che lasciarci stupiti.
Un forte e prezioso momento lo abbiamo vissuto quando, grazie a una famiglia molto amica della nostra Comunità, dopo un po’ di anni, abbiamo iniziato i lavori per avere il nostro pozzo, visto che qui non c’era ancora l’acqua potabile.
La trivella, per raggiungere l’acqua, ha scavato per cinquecento metri, e proprio nel giorno di ferragosto abbiamo messo in funzione la pompa. Esce così la prima acqua del no¬stro pozzo tanto attesa, benedetta da Maria Assunta, con tutti noi che ci siamo buttati sotto il suo getto.
Grazie Maria per queste gioie e ti preghiamo per quelle persone che, con il loro amore verso di noi, hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto.
In questa terra ci sentiamo veramente amati, in ogni cosa che facciamo vediamo l’aiuto e l’interesse da parte delle persone del luogo che sono vicine a noi. Il pozzo è stato solamente uno dei tanti casi, ma continuamente ci sono amici che con la loro disponibilità si mettono al nostro servizio per insegnarci lavori, “trucchi del mestiere” per riuscire meglio in quello che costruiamo. Vogliamo ringraziare, a questo proposito, tutte le persone che ci hanno aiutato nei lavori di murature per ampliare e risistemare la casa.
L’attività principale di questa terra è la coltivazione degli ulivi. Noi, nel terreno adiacente alla casa, ne abbiamo all’incirca mille piante che, ogni anno, ci permettono di produrre dell’ottimo olio di oliva per noi e per i fratelli delle altre fraternità.
Anche qui i vicini non stanno a guardare i nostri errori e le nostre tribolazioni. In questi lavori l’aiuto più grosso ci è stato dato da Raffaele, un signore del paese che ci ha insegnato come lavorare la campagna e gli ulivi, e che è sempre pronto ad aiutarci in ogni situazione. Così, ogni anno, quando è il periodo della potatura, Raffaele si prende un paio di ragazzi e, con tanta tanta pazienza, insegna loro a potare le piante... l’anno dopo però il gruppo cambia e così lui ci riprova con altri ra¬gazzi: “Grazie Raffaele per la tua disponibilità e costanza”.
 Anche la parte “spirituale” è molto viva: il parroco del paese, padre Aldo, è molto attivo non solo in parrocchia, ma anche con noi. Ogni settimana viene a celebrare la Santa Messa e a vivere un momento di catechesi, per farci entrare meglio in quello che si sta celebrando. Quando poi abbiamo bisogno, viene per le confessioni. Per noi, oltre che nostra guida spirituale, è so¬prattutto un buon amico.
La vera missione di questa casa è sicuramente quella di essere un punto di speranza e di luce per tutti i ragazzi, le ragazze e le famiglie disperate del sud Italia. Qui si fanno i colloqui, si accolgono i giovani per ascoltare i loro problemi e quelli delle loro famiglie.
L’ultima grande costruzione che abbiamo iniziato è la realizzazione della nostra “piccola” chiesa, dove tanti di noi si stanno impegnando con la mente, con il fisico, ma soprattutto con il cuore.
Desideriamo che questo progetto non sia solo un bell’edificio che rimarrà in Comunità, ma che di-venti un impegno per tutti a cambiare i nostri cuori nel bene. Tutti quelli che oggi stanno “sudando” in questo lavoro, domani potranno trasmettere la bellezza del sacrificio alle loro famiglie.
È questo il vero senso della vita che la Comunità ci vuole trasmettere per amare i poveri.
I poveri, fino a poco tempo fa, eravamo noi: qualcuno ci ha amati senza interessi, perdonandoci, ridonandoci quella gioia di vivere che avevamo perso. Ora desideriamo essere noi a tendere la mano a coloro che soffrono vicino a noi, per sperimentare nella nostra vita che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.


                                                                             (dalla rivista Risurrezione - Marzo 2002)

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