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Storia

Fraternità "Santo Stefano" - S. Stefano Belbo (CN) 1996
Dopo una preghiera di ringraziamento alla Madonna della Neve del nostro piccolo Santuario, dopo aver per un anno offerto ogni giorno i tre Rosari per l’apertura di una nuova fraternità del Cenacolo, proprio qui nella nostra casa paterna, suor Elvira, finalmente, viene a visitare il luogo.
Ci stupiscono le sue parole perché, dopo un breve giro nella vigna, ci dice che sente tanta pace e che questa è una terra benedetta dal Signore. I primi ragazzi che dovevano inaugurare la casa sarebbero dovuti arrivare il 25 settembre. Avevamo preparato una calorosa accoglienza. C’erano  tutti i vicini e gli amici del paesino... con pasticcini, torte e budini ma... quale delusione! Vediamo arrivare solo una macchina: è Nives con l’architetto Bravo!
Immaginavamo un camion con i letti e le masserizie, un pulmino con i ragazzi... invece niente di tutto ciò. Li accogliamo con gli occhi pieni di interrogativi, e Nives ci risponde sorridendo che i ragazzi non avevano finito i preparativi e che sarebbero giunti l’indomani. Pazienza, abbiamo aspettato tanto, un giorno in più non cambierà nulla.
Finalmente, il mattino dopo, l’arrivo dei ragazzi, questa volta con camion e pulmini; non c’è più tutta la gente del giorno prima ad attenderli, ma l’emozione che proviamo è altissima lo stesso e ci batte forte il cuore.
Dopo una breve accoglienza siamo tutti all’opera: insieme diamo una bella ripulita e poi chi porta i letti, chi i materassi, chi le stoviglie per la cucina e chi va in cerca di una bombola di gas. Impresa non facile perché è giovedì ed i negozi sono chiusi.
Accompagno Michelone a Canelli e prima di trovare un negozio aperto dobbiamo cercare un bel po’, ma finalmente riusciamo ad arrivare con il gas per preparare una bella pastasciutta per tutti.
Antonio, Tomislav, Luciano, Giuseppe, Dario, Marino; ci tornano alla mente i loro volti, i loro occhi prima tristi e poi gioiosi, il pregare insieme, le difficoltà superate, l’amicizia costruita nella sofferenza, il volersi bene, il perdonarsi.
Ricordiamo con gioia ed emozione quando i ragazzi decidono dove fare la Cappella e scelgono la camera più spaziosa e luminosa, quella che era stata la nostra camera da letto. Le prime Celebrazioni Eucaristiche di don Marco Mellino, docente di Religione nella stessa scuola Media dove insegnavamo noi, sono ancora fresche nella nostra memoria. Quante volte terminate le lezioni salivamo insieme alla Comunità per la S. Messa. Sapeva che per noi era più che un dono e oramai spesso bastava uno sguardo per capire che era ora di partire.
La nostra gioia più grande però è stata l’arrivo del Santissimo avvenuto l’otto gennaio dopo il nostro pellegrinaggio a Medjugorje. Avevamo sempre pregato, da molti anni, ancora prima di conoscere la Comunità, perché potessimo avere un giorno, nella casa dove erano vissuti e andati in Cielo i nostri genitori, la presenza di Gesù Eucaristia. Proprio in quest’ultimo pellegrinaggio avevamo chiesto a Maria che la presenza di Gesù arrivasse presto.
Non sapevamo che i ragazzi, a casa, stavano già preparando il tabernacolo fatto con la pietra di Luserna del pozzo del cortile; pietra testimone del sudore di tante fatiche, delle gioie e delle sofferenze di tante persone della collina che dopo molta strada fatta a piedi per raggiungere il paese, chi per la S. Messa quotidiana, chi per la spesa, si fermavano a ristorarsi con l’acqua fresca che attingevano, con un mestolo di rame direttamente dal secchiello che mamma o papà avevano appena tirato su dal pozzo, appositamente per loro.
Al tabernacolo, però, mancavano ancora l’interno e la porticina, ma anche a questo la Madonna aveva pensato, perché le suore figlie di San Giuseppe stavano ristrutturando la loro Cappella e avevano donato il loro vecchio tabernacolo ai ragazzi.
Tornate a casa subito lo riconosciamo: è il tabernacolo del nostro asilo, allora tenuto dalle Suore della Carità di S. Giovanna Antida, davanti al quale da piccolissime, accompagnate da suor Emilia, in punta di piedi e con tanto stupore nel cuore, portavamo il nostro bacio a Gesù accompagnato da un piccolo fiore.
Quale tenerezza ci ha dimostrato la Madonna preparandoci questa sorpresa! Abbiamo rivisto sulla porticina Gesù Pastore dal quale sgorga una fonte che disseta le pecorelle. Quante volte da piccole ci siamo incantate ad immaginare Gesù che ci dava da bere quell’acqua fresca che è il suo Amore. Ma lo stupore e la meraviglia continuano quando solo due giorni dopo il nostro arrivo, don Marco durante la S. Messa consacra il Santissimo e lo pone nel tabernacolo. Il nostro cuore è colmo di riconoscenza a Dio e a Maria, alla Comunità e a don Marco perché per noi è veramente un segno d’amore.
Quante adorazioni con i ragazzi e da sole!
Quante cose Gesù ci ha comunicato in quella Cappellina! In questi anni trascorsi tra i ragazzi e la scuola, Gesù ha bussato al nostro cuore e noi abbiamo risposto di “sì”. Crediamo veramente che il frutto più bello della presenza dei ragazzi in questa casa sia proprio la Grazia della nostra vocazione.
In questa fraternità il gruppo dei ragazzi è molto ridotto, varia dagli otto ai dodici, per questo si respira un’aria di famiglia: chi arriva si sente subito amato ed accolto. Essere così in pochi dà la possibilità di far nascere un’amicizia più vera e più profonda e si scopre la presenza di Gesù nel volto dei fratelli.
L’impegno più grande di questa casa è la vigna che prende la maggior parte del tempo. Questa è una grande ricchezza perché abbiamo l’opportunità, tutti insieme, di lavorare, spesso anche con tanta fatica, ma poi vedere i frutti del nostro sudore, che non sono solo i grappoli d’uva, ma anche l’amicizia che nasce nei nostri cuori. Durante il periodo della vendemmia, poi, un gruppo di ragazzi viene dalle altre fraternità per aiutarci. Questo è il momento più bello dell’anno: si lavora sodo ma si sente davvero l’unione che cresce ogni giorno, fatica dopo fatica.
Con il cuore traboccante di gioia e di riconoscenza, ringraziamo Dio che ci ha avvolte nel suo sguardo d’Amore, suor Elvira che è diventata nostra madre in Cristo, i ragazzi che sono passati in questa casa che custodiremo per sempre nel profondo del nostro cuore , tutti gli amici “speciali” di questa fraternità, i sacerdoti del paese che si donano ai ragazzi attraverso i sacramenti del perdono e dell’Eucaristia e tutta la Comunità.
                                                                                      
Rita e Maria Gatti
                                                                                (dalla rivista Risurrezione - Settembre 2002)

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