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Storia

Fraternità "Speranza" - Envie 1990
Non poteva mancare nella grande famiglia del Cenacolo una fraternità tutta dedita a lavori di agricoltura ed allevamento. Dobbiamo saper imparare dalla natura.

Così, nel giugno del 1990...
Un salto indietro nel tempo, nel bellissimo ricordo di quell’afoso giorno di giugno, quando suor Elvira fece i sette nomi che dovevano andare ad aprire una nuova fraternità ad Envie, a pochi chilometri da Saluzzo. L’entusiasmo era tanto ed in un battibaleno ci ritrovammo dentro un altro pezzetto di storia della Comunità. Niente e nessuno ci avrebbe fermato.
Lo spettacolo che ci si presentò dinanzi non era tra i più belli: ci addentrammo in quella grande cascina abbandonata, con la stalla in pessime condizioni e che emanava un fetore nauseante, stanze buie e sporche, tanti rovi ed un silenzio che sembrava “angosciante”.
Ma lo smarrimento è durato solo un attimo, perché nella nostra immaginazione vedevamo già la fraternità perfettamente funzionante. Ci siamo così divisi i compiti e... via, al lavoro! Un gruppo in casa ed uno in campagna.
Sì, perché della proprietà facevano parte anche venti giornate di terra semi abbandonata che decidemmo di preparare per seminare il mais.
I giorni passavano veloci e tutto cominciava a prendere colore; il numero dei ragazzi aumentava ed i lavori procedevano velocemente. Tutti però ci domandavamo cosa avremmo fatto di quelle due grosse stalle completamente fatiscenti proprio in mezzo alla proprietà. Facevamo tante supposizioni, ma nel cuore di suor Elvira c'era già un progetto pazzesco!...
Intanto in campagna il mais cresceva, così come le prime amicizie con i contadini confinanti,  disponibili a darci sapienti consigli su come coltivare la terra. Ma anche coloro che temevano la presenza di una comunità di drogati vicino al loro paese, nel vederci prendere stabile dimora nella casa, iniziarono a farsi sentire. E così avvenne che il parroco del paese ci invitò nella sala parrocchiale ad incontrare la cittadinanza e noi, con molto entusiasmo, accogliemmo l’invito. Sui volti della gente però si coglieva la paura e molti, durante il dibattito, esternarono tutte le loro perplessità su questo progetto. Il timore di avere una Comunità di drogati vicino a casa portò qualcuno anche a chiederci: "Come faremo quando i nostri figli si bucheranno con le siringhe che i ragazzi della Comunità lasceranno in giro?" Paura di noi, paura delle malattie, paure anche lecite per chi ancora non conosceva lo stile di vita della Comunità. Molti però erano dalla nostra parte, specialmente i giovani della parrocchia e tutti i vicini, che avevano visto chiaramente il nostro impegno e che... non eravamo poi degli  strani esemplari! Il bello fu che, nei giorni a seguire, qualcuno venne a portarci della provvidenza e a farci le scuse per le persone che non ci volevano. Oggi, grazie a Dio, molti di quelli sono diventati veri amici.
Un giorno, all’improvviso, arrivò suor Elvira: in macchina aveva una grossa campana di bronzo e svelò finalmente l’incognita sulla vecchia stalla: "Questa stalla dovrà diventare una grande chiesa per accogliere tutti i ragazzi, i genitori e gli amici della Comunità nelle grandi feste”.
Eravamo a quel tempo nelle fraternità già esistenti solo in centottanta!
Pronti - Via!
Con suor Elvira al comando si cominciarono a smontare pezzo per pezzo le mangiatoie, le catene della letamaia, in pratica tutto ciò che per anni era servito per allevare mucche e vitelli. Si scavò per molti giorni per abbassare il livello del pavimento, picconando con un entusiasmo ed una gioia incredibili. E poi via via furono fatti tutti i vari lavori  necessari affinché quella vecchia stalla diventasse quella che oggi è una grande chiesa ad anfiteatro.
Gli incontri più importanti della Comunità e le celebrazioni solenni si celebrano in quello che oggi viene chiamato “Il tempio della vita”. Il nome stesso è la dimostrazione che la ricostruzione di quel rudere rappresenta soprattutto la rinascita della nostra vita, rimessa insieme pezzo per pezzo dalla Comunità. Oggi la fraternità “Speranza” è una moderna ed accogliente Comunità dove, tra le varie case,  da alcuni anni i ragazzi possono frequentare un corso di saldocarpenteria che permette loro di acquisire un mestiere. Un moderno studio dentistico è stato allestito per sopperire ai problemi di denti di tanti ragazzi che la droga, col tempo, ha minato. Un grande refettorio ed  una cucina adeguata permettono di accogliere centinaia di persone nei giorni di festa.
Ma il “pezzo” forte della fraternità sono le officine meccaniche e di riparazione dei mezzi di trasporto, attrezzate in un grande capannone, nonché tutte le varie attività legate all’agricoltura e all’allevamento.
La stalla infatti, con i suoi venticinque capi fra mucche e vitelli, produce latte e formaggi che vengono poi distribuiti nelle varie fraternità, mentre la campagna e l’orto, coltivati con tecniche naturali e biologiche, producono verdure ed ortaggi in quantità notevoli.
Tutto questo è nato da giovani che avevano sempre e soltanto disprezzato il dono della vita.
E' proprio vero che Dio trasforma i cuori, anche quelli più duri! Nulla, davvero nulla, è impossibile a Dio!

                                                       
           (dalla Rivista Risurrezione - Dicembre 1998)

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