Tantissime volte ci viene detto che la Comunità ci sta insegnando il lavoro più bello e più importante: “il mestiere del vivere”. Tanti di noi prima di entrare in Comunità hanno lavorato, alcuni guadagnando molti soldi, altri hanno viaggiato, eppure tutto questo non è bastato per riempire il nostro cuore. C’è anche chi non ha mai svolto nessun mestiere, vivendo nella pigrizia della strada: il lavoro era rubare, spacciare, “tirare a campare” alla giornata. La realtà del lavoro, che occupa buona parte della giornata comunitaria, è fondamentale per la nostra ricostruzione interiore. Mentre lavori costruisci te stesso, la tua volontà, la tua responsabilità. Riprendi fiducia in te, ti vedi capace di sacrificio, di impegno, di costanza. Scopri che ciò che ti arricchisce non è tanto ciò che fai, ma il come lo fai.Il lavoro in Comunità non è fine a se stesso, non è per nutrire il tuo orgoglio o le tue ambizioni, non è per guadagnare, non è una falsa ancora di salvezza o il luogo dove rifugiarsi nelle difficoltà, ma è uno strumento per rinascere, per costruire il dialogo, per crescere nell’umiltà, per scoprire e mettere a frutto i tuoi doni, per gustare la gioia di costruire sacrificandosi insieme. Il lavoro poi è la misura concreta della verità della tua preghiera che si mette gli abiti del servizio: se preghi bene, lavori bene!
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