Padre Francesco Peyron dell'Istituto Missionari della Consolata. Catechesi del mattino La Parola di Dio che è stata scelta per questa festa della vita: "Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo" è nel grande discorso che Gesù fa nell'ultima cena nel Vangelo di Giovanni dal cap.13 al 17. Questo discorso inizia con quel gesto di Gesù che è qualche cosa di meraviglioso: la lavanda dei piedi. Lui, il Signore, il Maestro, l'uomo-Dio che si china e lava i piedi ai discepoli, cosa che neppure un ebreo poteva fare per un altro ebreo, ma soltanto lo schiavo. Comprendiamo chi è Dio? Chi è Gesù? Che viene a lavarci i piedi. Prima Madre Elvira diceva che in questi giorni bisogna sperimentare questo abbraccio di misericordia, di pace, di gioia di Dio. Ecco che la lavanda dei piedi ci purifica perché noi camminiamo verso questo incontro. A ciascuno di noi, con la propria gioia, la propria vita, le speranze, le attese, le difficoltà, le ferite... ecco che il Signore in queste giornate vuole dare un abbraccio di pace, vuole scendere nel profondo, vuole farci rialzare la testa, vuole farci guardare attorno. Qui c'è la “Clinica dello Spirito Santo” che vuole rifarti il cuore. Vuole aprire la tua mente a questo incontro meraviglioso con Lui. Vuole farti capire che tu sei veramente importante ai suoi occhi. “Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo”, noi dobbiamo avere per la Parola di Dio quasi un’adorazione. I padri della Chiesa dicono: “Ascoltare distrattamente la Parola di Dio è come lasciare cadere l’Eucarestia, il corpo di Cristo, dalla propria mano senza badarci”. Quel “distrattamente” non significa solo pensare ad altre cose, ma anche che non gli diamo quella fiducia, quella certezza che essa fa quello che dice. Gesù quando dice qualcosa lo realizza. Vede un lebbroso: “Lo voglio, sii guarito!” e il lebbroso guarisce. Un morto: “Talità qum. Fanciulla alzati!” e la fanciulla morta si alza, si sveglia, viene alla vita. In questi giorni Gesù ti dice: “Abbi fiducia, io ho vinto il mondo, ho vinto per te!”. Nel Vangelo di Giovanni “il mondo” vuole dire il male, la cattiveria, la paura, l’angoscia, la tristezza, il ripiego, il risentimento, tutto ciò che è brutto, è male, è cattivo, è tenebra, ti punge, ti ferisce, ti chiude, Gesù ci dice: io l’ho vinto! E lo ha pagato con un prezzo carissimo, l’ha pagato con la croce: Agnello immolato per noi, con questo gesto di amore grande perché tu risorga. Domanda: se ti guardi dentro con pace, ma anche con occhi penetranti, trovi in te qualche ferita, qualche paura, qualche angoscia, qualche tristezza, qualche peso, lo trovi? Io penso che la risposta sia “si” se siamo onesti. Ecco Gesù in queste giornate entra lì, ti libera, ti prende per mano e ti dice: “Alzati, vieni fuori guardati attorno, riprendi ad amare, non rimanere chiuso stretto in queste cose che in qualche modo ti rovinano, ma apriti!”. In questi giorni il Signore ti viene vicino, ti prende per mano, ti stringe e ti mette una mano sulla testa, ti dà un bacio in fronte e ti dice: “Alzati!”. Non sono solo gesti esterni, ma entra nel tuo vissuto e ti dice: “Abbi fiducia, vieni fuori io sono con te!”. Dobbiamo avere più fiducia, più speranza, mettiamoci in questa disponibilità. Vorrei chiedere a ciascuno di noi: quando la vita ci presenta dei momenti difficili, dei momenti in cui tu magari non sai il tuo futuro e hai paura. Quando magari ti sembra che le porte siano chiuse e non sai più dove sbattere la testa, non lasciarti prendere da questa paura, da questa angoscia, da questo chiuderti in te stesso, ma apriti alla Parola, apriti a Gesù. Ripetiti: “Devo avere fiducia, Gesù ha vinto!” e allora entrerà in te una maggior pace, una maggior serenità. Certi momenti, magari quando la Comunità può esserti pesante perché vivi un momento difficile, allora in quell’istante lì, tu guarda al Signore che è morto per te, che ti ama e che ti chiede di avere fiducia, di fidarti della Comunità e di quanto ti dicono. Ecco che allora la tua fiducia diventa concretezza, pace nel cuore e sperimenterai che Dio provvede! Credo che nella Bibbia l’episodio di Abramo e di Isacco, sia uno dei più stupendi su questa fiducia nel Signore. Cioè quando ad Abramo, che ha avuto un figlio da una moglie ormai sterile, Dio chiede di immolare questo figlio unico sul monte Moira. È una cosa che facevano anche le popolazioni vicine, quindi era un qualcosa che allora, nell’Antico Testamento, poteva essere concepito in qualche modo, anche se sbagliato. Abramo dice: “vado” e poi mentre sale il monte il figlio gli chiede se c’è la legna e il fuoco per il sacrificio e dice: “ma dov’è l’Agnello?”. Pensate al cuore di Abramo. Lui guarda il figlio e dice: “Non temere Dio provvede!”. Arriverà sul monte, conoscete la storia, starà per immolare il figlio quando arriva l’angelo e gli dice: “Fermati Abramo! Ora ho capito che tu mi obbedisci, hai fiducia in me” e troveranno un agnello impigliato nel roveto. Dio provvede! Quando entra nel cuore questa certezza: “abbiate fiducia io ho vinto il mondo. Dio provvede” ti libera dentro, ti guarisce, ti rende più forte, ti apre al sorriso, ecco tu sei poi in grado anche di donare, di aprirti agli altri, di vivere con fiducia, di non avere più paura anche di amare, di donare quando il cammino va verso il calvario. Dio provvede, credo che sia il nome di ciascuno di voi e ciascuno di voi potrebbe raccontare la sua storia di provvidenza, di fiducia. Se andiamo una riga sopra a questo brano evangelico che è stato scelto c’è scritto: “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me”. Quali sono queste cose? Che Dio è con te, che ti ama e ti conduce, ti prende per mano. Pensate al buon samaritano che passa, vede il ferito e si ferma, si china verso di lui. Questo Gesù è quello che ci è vicino ed è quello che vuole dire: ti do la pace, abbi fiducia, non temere. Queste cose sono belle, ma noi dobbiamo fare quello che ha detto tante volte Madre Elvira a ciascuno di voi: il pellegrinaggio dalla testa al cuore, cioè crederci veramente. Se qui ci fosse qualcuno che ha bisogno di un momento di pace, di gioia, di speranza, di vita, apra il suo cuore. Fra poco passerà Gesù nel Santissimo. Queste sono giornate di benedizione, di guarigione. Sono giornate speciali in cui non si è solo qui per fare festa, si è qui per molto di più! Si è qui per accogliere il Dio vivente nel nostro cuore e poi andare, annunciarlo e dirlo alla gente: “Andate! Io vi mando”! Queste giornate sono sacre, sono sante, pur nella loro festa, gioia, danza, che è la parte coreografica del sorriso del cuore, ma hanno dentro un contenuto di Spirito Santo. Apriamoci a questo incontro. Apriamoci alla lode e al grazie e affidiamoci alla Madonna. Chiediamo alla Madonna che il cuore di ciascuno di noi possa aprirsi di più, che le nostre mani a volte chiuse nell’egoismo o nella rabbia, nel risentimento o nella voglia di pessimismo, si aprano a quella pace, a quel sorriso, a quella benevolenza, a quella certezza che la tua vita è amata dal Signore, che il tuo nome è scritto sul palmo della sua mano. Allora dentro di te nascerà questa pace: “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace. Vi do la mia pace, non come la dà il mondo”. Quando la pace entra dentro di te allora tu diventi il missionario della pace, della speranza, della fiducia. Di cosa ha più bisogno il mondo oggi, se non di speranza, di fiducia, di pace. Madre Teresa di Calcutta diceva che una delle più grandi povertà del mondo di oggi è la solitudine. Ecco allora che tu liberato, guarito, restituito a quella dignità di figlio di Dio che ha la testa alta e sorride, vai e annunci. Se noi ci liberiamo dagli egoismi e dalle paure, allora il nostro cuore si apre e saremo attenti a vedere che quella sorella ha bisogno magari di un bicchier d’acqua, ecc... e noi, nella nostra povertà e pochezza, cercheremo di intervenire con quelle possibilità che abbiamo, con questi gesti di amore, perché prima di tutto abbiamo incontrato il Dio vivente.
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