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Paolo

Paolo
Sono Paolo, vengo dalla provincia di Biella e dopo una vita di delusioni, sofferenze e fallimenti, all’età di trentotto anni sono finalmente entrato in Comunità, dove grazie a Dio ho riassaporato il vero valore della vita. Provengo da una famiglia cristiana, soprattutto mia mamma mi ha fatto conoscere la strada della fede. Della mia infanzia ricordo che a cinque anni facevo il chierichetto e frequentavo le scuole dai salesiani, sia medie che superiori. Ma la cosa che mi ha segnato fin dall’inizio è stato il non avere un rapporto con mio papà. Mi ha sempre voluto bene e ha sempre lavorato per il bene della famiglia, ma la differenza di carattere non mi ha mai permesso di parlare con lui delle mie difficoltà, sentendomi tante volte messo da parte. Finite le scuole, ho cominciato ad uscire con la prima compagnia di amici: c’erano ragazzi molto più grandi di me che avevano i miei stessi problemi e con loro mi sono sentito da subito capito e voluto bene. Erano diventati la mia famiglia. Ho conosciuto la droga, che mi illudeva di essere forte e di affrontare qualsiasi situazione. Ben presto però non ero più padrone della mia vita e il vuoto che c’era dentro di me aumentava. Col passare del tempo ho conosciuto una ragazza che mi ha voluto tanto bene e ha cercato sin da subito di aiutarmi, ma non sono mai riuscito a parlarle delle mie sofferenze fino in fondo. E poi c’era la droga, e quando c’era la droga tutto ­passava in secondo piano, lasciando il primo posto alla menzogna. Mi sono sposato e dal nostro matrimonio è nata nostra figlia Erika: oggi penso sempre che, in pieno inferno, Gesù mi ha donato un angolo di paradiso. Grazie all’amore della mia famiglia sono poi riuscito ad uscire dalla droga, mi sono buttato nel lavoro, riuscendo a costruire una casa. Ma la tristezza era sempre dentro di me e, nel frattempo, è subentrato l’alcool. Dopo circa sette anni sono ricaduto nella droga. Un bel giorno mia moglie mi ha detto: «Basta!». Non andavo più a lavorare e non riuscivo a parlare con nessuno di quello che mi capitava: ero solo e disperato. Un giorno una cara cugina suora, che era appena ritornata dal Festival dei giovani a Medjugorje, ha ascoltato la mia disperazione e mi ha proposto la Comunità Cenacolo. Le dissi di sì ma in realtà non volevo entrare. Alla fine, però, non avevo niente da perdere e così ho provato. In Comunità ho sentito subito un’aria di famiglia: tutti i ragazzi mi parlavano come se fossi stato da sempre con loro. Mi sono sentito anche qui capito e voluto bene, ma a differenza di tanti anni prima non c’era la droga: c’era qualcosa di bello che ancora non capivo. All’inizio del cammino faticavo con il mio “angelo custode”, il ragazzo che mi aiutava, perché costantemente mi faceva vedere il mio egoismo e le mie lamentele; mi diceva la verità. Ma dall’altra parte stavo bene con lui perché mi sentivo voluto bene: quando non volevo mangiare lui mi aiutava, aveva verso di me tutte le attenzioni di un padre e il suo esempio mi ha fatto riconoscere tante mie povertà. Ricordo che quando sono entrato in ­Comunità non credevo in Dio, anzi ero arrabbiato con Lui, ma vedendo l’esempio dei ragazzi più vecchi ho iniziato a pregare mettendomi in ginocchio e a vedere così la parte bella, pulita e vera della vita. Conoscendo Gesù tutto è cambiato: dove c’erano giudizi e sentimenti negativi verso gli altri è nata l’amicizia vera; mentre prima mi sembrava che tutto mi fosse dovuto, ho iniziato a ringraziare perché qui tutto mi è donato; se nel passato ho pensato solo e sempre a me stesso, oggi ringrazio perché ho scoperto quant’è bello donare la vita ai fratelli; mentre prima avevo sempre ragione io, oggi sperimento che è bello sentirmi correggere! Nel passato avevo molte paure, programmavo ogni istante del mio futuro; oggi vivo la bellezza di non sapere cosa farò tra dieci minuti: è tutto una sorpresa! Ho passato una vita d’inferno nascondendomi nella menzogna per paura di parlare della mia tristezza e disperazione, ed oggi è stato bello aver avuto il coraggio di guardare in faccia mia figlia e averle raccontato tutta la mia vita, dicendole semplicemente la verità e chiedendole perdono. Siamo stati mezz’ora abbracciati forte forte a piangere come dei bambini... e quante altre cose sono cambiate da quando sono entrato in Comunità! Tutto questo è accaduto perché ho incontrato Gesù. Grazie, Gesù, perché mi hai donato tanti amici, grazie per il dono di mio papà e mia mamma, grazie perché oggi posso parlare con loro. Grazie per il pezzo di paradiso che è mia figlia, grazie per tutte le persone che hai messo lungo la mia strada, perché tutte mi hanno aiutato, specialmente la mia ex-moglie. Grazie a questa Comunità che mi ha fatto passare... dalle tenebre alla Luce.

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