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Giovedì 12

Omelia di Mons. Philippe Barbarin
Ascoltiamo prima di tutto la parola di un profeta, il profeta Osea. Anche Gesù è un profeta, molto di più di un profeta. La parola “profeta” vuol dire che colui che è davanti a noi è la bocca di Dio per noi, la parola di Dio che viene nella nostra vita oggi, adatta alla vostra vita, alle vostre preoccupazioni, alla vostra vita presente. Le parole dei profeti sono molto diverse: il profeta Amos, per esempio, che abbiamo ascoltato la settimana scorsa, si arrabbiava contro la gente e anche il profeta Osea, come abbiamo ascoltato oggi, a volte si arrabbiava. A volte ci rimprovera di essere ipocriti: “Voi fate delle belle liturgie, dei bei sacrifici, ma il vostro cuore è lontano da me; voi siete addormentati nel vostro comodo ma non fate attenzione a Dio”.
A volte i giudei e i cristiani hanno paura dei profeti. Non bisogna mai avere paura! Quando i profeti quando ci dicono la Parola di Dio è sempre amore, è per svegliarci, per convertirci, per rimetterci in piedi, per risuscitarci nella nostra dignità. Spesso abbiamo bisogno di una parola forte, utile per noi, ma a volte noi ne abbiamo male. Allora il profeta cambia totalmente il tono e ci dice parole di conforto, di incoraggiamento, di consolazione, perché la nostra morale è cattiva e siamo nelle tenebre e lui vuole ridonarci la luce interiore. Allora la parola dei profeti l’accogliamo come una parola dolce e che ci fa bene.
È più facile ed è la Parola che noi abbiamo oggi, una parola di bontà per ciascuno e ciascuna di noi: “Israele, ti ho amato dalla tua infanzia, sono io che ti ho insegnato a camminare, ti ho sostenuto e ti ho guidato durante tutta la tua vita”. Il profeta ci dice l’amore incredibile di Dio in tutti i momenti della nostra vita e non è quasi mai ricompensato. “E allora perché avete rifiutato di fare quello che vi dico, perché avete rifiutato di tornare a me?” Il nostro cuore si muove, abbiamo l’impressione di ascoltare la pena che i nostri peccati causano a Dio. Voi credete che Lui si vendicherà, ci punirà. “No, mai mi lascerò trasportare dalla mia rabbia, verrò in mezzo a voi per darvi la vita, la bontà, il conforto, il tesoro dell’amore del mio cuore di Padre per voi miei figli”. Io sono contento di trasmettervi questa parola dei profeti. A volte ci brucia un po’, ma per illuminarci molto, e soprattutto per darci conforto e per darci la sicurezza che l’amore di Dio può essere vittorioso nel nostro cuore e nella nostra vita.
Anche Gesù parla come un profeta, Lui è il più grande di tutti i profeti, è molto più di un profeta, e ci dice le cose di Dio per la nostra vita. A volte si arrabbia contro i farisei per cercare di convertirli, a volte viene per consolare coloro che soffrono e si avvicina a ciascuno, a volte guarda la nostra vita e ci dona dei consigli precisi.
“Voi siete i missionari dell’amore, della vita e della risurrezione e allora ascoltatemi bene perché ho dei consigli da darvi”, e questo è il Vangelo di oggi: i consigli di Gesù affinché io possa essere suo missionario. Inizialmente ci dice la missione: proclamare il Regno di Dio, guarire gli ammalati, risuscitare i morti, purificare i lebbrosi e scacciare i demoni e per fare questo ci dice poi quali sono le disposizioni interiori. La prima è come la prima beatitudine: abbiate dei cuori di poveri, né oro né argento, niente: partite come i poveri, e voi avrete la ricchezza di Dio nelle vostre mani, il tesoro di Dio nel vostro cuore. E voi arriverete in mezzo alla gente: a volte vi ascolteranno e saranno contente, e a volte vi disprezzeranno e non vi ascolteranno nemmeno. Noi siamo dei poveri, noi andiamo con la Parola di Dio, e a volte qualcuno ci accoglie, qualche altra volta qualcuno ci rifiuta. Gesù ci dice soprattutto: continuate e se c’è molto successo non siatene fieri né orgogliosi, e se ci sono dei rifiuti e delle difficoltà non scoraggiatevi mai. In effetti ho l’impressione che Gesù ci parli di Lui. Quando ci dice questo per noi, ci descrive come lui l’ha fatto per se stesso. È arrivato come missionario di Dio nel mondo ed era totalmente povero, la gente lo prendeva in giro dicendo: “Nazareth? Ma che cosa di buono può venire da là?” e altre volte aveva dei successi incredibili: ha guarito i malati, ha resuscitato dei morti, ha dato da mangiare a cinquemila persone. Nessun orgoglio nel suo cuore in tutto questo: Gesù è un povero. Altre volte Gesù è stato schiaffeggiato, è stato preso in giro, è stato maltrattato ed egli non si scoraggia mai, Lui è nelle mani di Dio e continua ad amarci fino alla fine, fino all’estremo, fino alla follia. Gesù è Colui che ci ha amati fino alla follia. Amen!

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