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Mese del Santo Rosario

Giovanni Paolo II  |  Testimonianze  | 

Una preghiera che abbraccia la nostra Vita

La preghiera del Rosario scandisce fin dall’inizio della Comunità le nostre giornate; a questa corona santa sono appese le vite risorte di tanti giovani passati al Cenacolo e la pace ritrovata di tante famiglie disperate, che alla scuola di questa semplice ma potente preghiera hanno ritrovato la serenità e il perdono.

Il Rosario è un grandioso dono di Dio all’umanità, perché attraverso questa corona otteniamo delle grazie straordinarie. Per qualcuno è una preghiera vecchia, monotona, ma noi possiamo testimoniarvi che ha un’efficacia vera di guarigione, di liberazione, di pace, di riconciliazione.

Perché in Comunità ne recitiamo uno al mattino presto, uno al pomeriggio e uno la sera? Proprio perché deve scandire l’aurora, il pomeriggio e il tramonto della vita: l’intera nostra esistenza. L’alba di ogni giorno è l’inizio della nostra storia: per questo fissiamo lo sguardo sulla nascita di Gesù, lo incontriamo attraverso il sì di Maria perché anche la nostra vita rinasca, ricominci ogni giorno da Lui, dica di “sì” al suo progetto d’amore su di noi.

Poi c’è il primo pomeriggio, l’adolescenza, che è spesso l’età più problematica, che ricerca dei perché più profondi. Quando hai dodici, tredici, quattordici anni inizi a vedere i difetti dei genitori, la scuola ti sta stretta, le differenze tra i ricchi e i poveri ti fanno soffrire, non sai dove schierarti, soffri una lotta pazzesca con i sentimenti, a volte un conflitto forte con te stesso e con tutto ciò che ti circonda. È un momento per il quale noi educatori non siamo mai abbastanza preparati per dare delle risposte vere e convincenti alle domande profonde che i giovani ci pongono con le loro contestazioni. Per questo nel primo pomeriggio che è l’adolescenza, quando tante risposte non ti sono state date, preghiamo i misteri dolorosi, perché la passione di Gesù guarisca le ferite, i ricordi negativi, i giudizi violenti e rabbiosi che a quell’età hanno provocato in noi le false ribellioni sulle strade del male.

Viene poi il momento della sera. Recitare il terzo Rosario è già precedere gli anni della stanchezza, della vecchiaia, della malattia, del tramonto della vita. Con il Rosario in mano non ti scoraggerai, avrai una pienezza, una chiarezza di mente e una libertà nel cuore straordinarie. Contemplando la risurrezione di Cristo prepari il tuo cuore all’incontro definitivo con Lui, scopri che il dolore partorisce una vita nuova, che la vera realtà che ti attende è il cielo. Io mi sto preparando a questi anni: veramente ci tengo ad arrivare con la luce nella mente, la gioia nel cuore, una speranza viva, un coraggio sempre attuale. Lasciamo quindi abbracciare l’intera giornata della vita da questa dolcissima corona che,

attraverso il cuore di Maria, depone la nostra storia nella vita di Cristo e la sua vita nel nostro quotidiano.

Il Rosario è la preghiera degli ultimi, dei semplici, dei poveri, e per questo è la preghiera di Maria, semplice ed umile, ma allo stesso tempo forte e potente agli occhi di Dio. Ha saputo accogliere l’annuncio dell’Angelo con un cuore, un coraggio e una fede così grandi, che lo Spirito Santo in Lei ha generato il “frutto benedetto del suo seno”: Gesù!

(da una catechesi di Madre Elvira)

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