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Venerdì 16

Catechesi di Padre Francesco Peyron  | 

S.E.R. Mons. Giuseppe Guerrini, Vescovo di Saluzzo
Omelia

All’interno di questa Santa Messa celebriamo i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Iniziazione significa incominciare un cammino, significa una via che introduce, che fa entrare; per noi sono la via che fa entrare nella vita con Cristo, nella vita di Cristo. Cercheremo allora di lasciar parlare e quindi di ascoltare i segni della liturgia, sempre ricchi e stimolanti.
La Parola di Dio che abbiamo appena proclamato e ascoltato, ci dice che questo cammino di iniziazione ha un protagonista: lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù. È lo Spirito che, come abbiamo sentito dalla Lettera ai Galati, grida nei nostri cuori “Abbà, Padre”; è lo Spirito di cui parla Gesù a Nicodemo: “Se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel Regno di Dio”. Il protagonista è quindi lo Spirito.
La meta, il punto di arrivo di questo cammino è quanto abbiamo ascoltato da San Paolo : “… non sei più schiavo, ma figlio; se poi figlio, sei anche erede per volontà di Dio”. Questo significa che ciò che Gesù esprime con la frase “Nascere dell’alto”, quello che Gesù intende è una realtà nuova.
Cerchiamo allora di cogliere la bellezza, la grandezza di questi segni, dove c’è l’iniziativa di Dio, del soffio del Suo Spirito, che è dono gratuito, dono che segna per sempre.
Noi definiamo questo dono definitivo, indelebile con la parola “carattere”: il Battesimo, la Cresima, danno “il carattere”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica lo definisce: un sigillo spirituale. Un sigillo, cioè un marchio, un segno di appartenenza che configura a Cristo. Configura a Cristo vuol dire che ci fa assomigliare a Cristo, soprattutto che ci rende capaci di guardare al Padre, di obbedire il Padre e di guardare i fratelli, di servire i fratelli come Cristo.
Usando ancora una Parola di San Paolo, il “carattere” ci rende capaci di “culto spirituale”, cioè ci rende capaci di dire, attraverso la concretezza della nostra vita, che davvero amiamo e serviamo il Signore, che davvero amiamo e serviamo il nostro prossimo.
Ecco, questo dono, questa configurazione a Cristo, somigliare a Cristo Gesù, ci porta a quell’altro dono che è speciale perché non si realizza solamente una volta nella vita ma è continuativo, perché è alimento, è nutrimento: l’Eucaristia.
Riceviamo lo Spirito Santo nel Battesimo e nella Confermazione appunto per assomigliare a Cristo, far parte della Sua Chiesa e questo ci conduce all’Eucaristia, a nutrirci del Corpo di Cristo.
Anche per noi che già da tempo abbiamo ricevuto Battesimo e Confermazione la Celebrazione di oggi è un’occasione per rivivere questo itinerario, per prenderne più consapevolezza e quindi per rinnovare  gli impegni assunti.
Infatti c’è il dono: dono dello Spirito, della vita nuova, del “carattere”, del sigillo; ma c’è anche l’impegno: la risposta da parte nostra. C’è la libertà di Dio, di quel Dio che è Spirito che “… soffia dove vuole e non sai di dove viene e dove va”, c’è la libertà di Dio ma c’è anche la nostra libertà che esprimeremo tra poco con parole molto semplici: “rinuncio”, “credo”, “amen” … parole che dicono la nostra adesione, che non si esaurisce in un giorno, nemmeno solo si esaurisce in una esperienza esaltante come la Festa della Vita, ma che si concretizza giorno per giorno, nella pazienza di una fede e di un amore continuamente rinnovati. Perché ogni giorno dobbiamo rispondere a quella domanda che ci accompagna in questa festa: “Chi è il mio prossimo?”.
Quando nelle Parrocchie della mia Diocesi celebro il Sacramento della Confermazione, termino dicendo ai ragazzi: “È bello essere cristiani”. Oggi noi cristiani siamo circondati da una certa diffidenza. Molti giovani non si fidano della Chiesa. Tocca a noi, tocca a voi che ricevete il Battesimo e la Confermazione, tocca a noi che abbiamo ricevuto il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia dire con la nostra  vita, dire con la luminosità, con la gioia, con la coerenza, con il nostro modo di fare, di parlare di vivere … dire al mondo: “È bello essere cristiani, è bello servire il Signore, seguire il Signore!”. E’ bello perché è vero, è bello perché apre orizzonti di speranza, è bello perché infonde coraggio, perché dona pace, perché ritroviamo la felicità vera. Il Signore ci doni lo Spirito per essere testimoni di gioia.
Oggi la chiesa ricorda la Madonna del Carmelo. Nella Bibbia il Carmelo è il luogo della fede ma è anche il giardino della bellezza, il Signore ci doni, anche attraverso l’intercessione di Maria, ci doni la sua Grazia, ci doni il suo Spirito per vivere la fede e perché la fede diventi bellezza di vita.
Sia lodato Gesù Cristo.

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