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Storia

Fraternità "Maria Immacolata" - Giezkowo 2001, Polonia
Il Cenacolo raggiunge il freddo nord della Polonia.
L’incontro con un sacerdote che comincia a bussare
insistentemente alla nostra porta, i numerosi ragazzi polacchi già entrati in Comunità, la necessità di avere un centro in quella
terra ci fanno dire di “sì” alla proposta di aprire questa casa...

Il desiderio che aprissimo una casa in Polonia, la terra del nostro caro Papa Giovanni Paolo II, era da tempo molto forte nel cuore di tante persone della Polonia che ci avevano incontrato e che pregavano molto perché questo si realizzasse. Anche numerosi ragazzi e ragazze polacchi erano già entrati in Comunità, soprattutto nelle case della Croazia e dell’Italia, e pregavano per questo desiderio. Suor Elvira stessa era già stata invitata a Cracovia per una serie di testimonianze e di incontri, perché l’opera della Comunità Cenacolo fosse conosciuta maggiormente. Da tempo si cercava la casa adatta, ma nessuna sembrava andare bene.
Dopo anni di preghiere e di ricerca, durante i quali lo Spirito Santo ha lavorato nei nostri cuori e in quelli dei nostri amici polacchi, affinché fossimo pronti per questo passo, il Signore ha realizzato questo desiderio facendoci trovare il luogo giusto nel nord della Polonia, a pochi chilometri dal mar Baltico, nella regione di Koszalin. La prima persona che ha “sognato” questa fraternità e si è dato da fare affinché questo sogno si concretizzasse, è stato don Waclaw, al quale va il nostro più profondo grazie per tutto ciò che ha fatto perché potessimo essere qui, e per tutto quello che continua a fare ogni giorno per noi.
La notizia dell’apertura di questa fraternità è stata accolta da tutti con molto entusiasmo: molti ragazzi si sono resi disponibili per iniziare questa nuova “missione europea”, nonostante i sacrifici e le difficoltà che si sarebbero sicuramente incontrate.
I primi di marzo ci ritroviamo così nella piccola fraternità dell’Austria con il gruppo giunto dall’Italia e quello dalla Croazia, per partire tutti insieme verso la terra polacca. Nell’aria si respira un clima di festa, di gioia, ma anche un po’ di timore per quello che ci aspetterà, ma comunque sempre con la certezza nel cuore che lo Spirito Santo ci sta accompagnando e che Maria è già là ad aspettarci.
Il viaggio per arrivare a Giezkowo sembra non finire mai. Quasi quindici ore di macchina dalla fraternità dell’Austria, ma l’arrivo è un momento bellissimo: nessuno sente più la fame, la sete e la stanchezza. In mezzo al cortile ci attende una statua della Madonna di Lourdes, l’Immacolata, e questa casa viene “battezzata” così: fraternità Maria Immacolata. Ringraziamo il Signore per il viaggio  e andiamo subito a sistemare le prime cose nelle “stanze”.
Prima di partire abbiamo lasciato un clima già primaverile, qui invece ad aspettarci sulla terra c’è un candido manto di neve e una bella temperatura “sotto zero”. Nulla però sembra spaventarci, il fuoco dello Spirito Santo riscalda i nostri cuori, e in tutti c’è tanta intraprendenza e desiderio di fare bene. In fretta prepariamo le camere provvisorie: dormiamo per terra con i sacchi a pelo, anche a questo eravamo preparati.
Recuperando tutte le cose vecchie che c’erano nella casa, riusciamo ad allestire una piccola cucina provvisoria. Ci raggiunge anche don Stefano, dopo un lunghissimo viaggio in macchina dall’Italia, e si mette subito al lavoro con noi. Dopo qualche giorno la piccola caldaia, unica fonte di poco calore, “scoppia”, e così rimaniamo al freddo. Dormiamo così nei sacchi a pelo vestiti,  e con una “montagna” di coperte ciascuno.
La gente del posto ci accoglie bene, stupita del fatto che un gruppo di giovani “tossici” sappia stare insieme, lavorare e pregare nella pace, nell’amicizia e soprattutto che possa realizzare qualcosa di bello per gli altri.
I preparativi proseguono fino al tanto sospirato giorno dell’apertura, il 25 marzo del 2001, festa dell’Annunciazione. La casa è piena di gente, amici e genitori. Con loro c’è anche il Vescovo emerito della diocesi di Koszalin, Mons. Jez, che ci comunica che al termine della Messa ci farà il grandissimo regalo di avere Gesù Eucaristia nella cappellina che abbiamo allestito. È il segno concreto che Dio è con noi, e noi siamo felici di essere qui con Lui.
Il simpaticissimo  Vescovo Jez presiede la Santa Messa d’inaugurazione. È un momento molto “forte”, sembrava che ci conoscesse da sempre. Nell’omelia ci racconta del suo essere stato prigioniero nel campo di concentramento di Dachau e di come è sopravvissuto grazie alla fede e alla sua allegria. Don Stefano, al termine, si collega a queste riflessioni del Vescovo condividendo che il mondo della droga è come un nuovo campo di sterminio inventato dal male per i giovani di oggi, e dice che il cammino che la Comunità propone per rinascere è quello che ha salvato il Vescovo a Dachau: la fede cristiana e una vita semplice e gioiosa.
La fraternità prende così ufficialmente il via, e pochi giorni dopo arriva anche suor Elvira a dare la “carica”. La sua presenza di suora pratica e concreta, ci aiuta soprattutto ad organizzare bene la prima cucina e il refettorio, e le sue catechesi ci indicano la strada sulla quale impostare bene i primi passi di questa nuova casa.
I ragazzi che vogliono entrare in Comunità sono già tantissimi e così iniziamo subito a fare i colloqui, presso una Chiesa di Koszalin. Tanti ragazzi arrivano da ogni parte della Polonia, e ci rendiamo subito conto che la Polonia sarà una terra dove le case si moltiplicheranno.
Negli anni anche la casa che era tutta da finire e sistemare, acquista passo dopo passo la sua bellezza. Viene completamente rifatto il tetto,  grazie all’aiuto e alla Provvidenza degli amici della casa dell’Austria. Nel sottotetto vengono ricavate delle belle e spaziose stanze e dei bagni pratici per la vita comunitaria. La cucina e il refettorio, al piano terra, sono bellissimi e luminosi. Tutto l’esterno della casa viene rivestito di un materiale speciale per l’isolazione. Anche all’esterno nascono l’orto, un frutteto, il bosco ripulito, viene spianata una zona per il campo da calcetto, si costruisce una piccola falegnameria e una tettoia per i lavori invernali. Il bel laghetto dietro la casa viene completamente ripulito con un lavoro lungo e faticoso, ma che una volta terminato ne fa risplendere tutta la bellezza.
Tanti amici, sacerdoti e persone passano da questa  “Casa Madre” della Polonia, e la Comunità viene così conosciuta in buona parte di questa terra. Nascono anche i primi gruppi di preghiera e di incontro per i genitori. Dopo un anno la casa è già “piena”, e si aprono così i contatti per le altre fraternità che nasceranno in seguito.
Ora la fraternità Maria Immacolata è una stupenda casa dove vivono una trentina di giovani che attraverso il cammino del sacrificio, della preghiera e del lavoro, stanno ricostruendo la loro vita di dentro. Sono passati pochi anni, ma di vita ne è già passata tanta. Tanti giovani in questa casa hanno incontrato l’amore e la misericordia di Dio, e non solo si sono liberati dalle catene della droga, ma hanno incontrato la bellezza e la gioia della vita cristiana.
Ringraziamo la Madonna per averci portato in questa terra che tanto ha sofferto per la fede cristiana, che ci ha accolto con le braccia e con il cuore aperto.
Ringraziamo per tutti gli amici che hanno fiducia in noi e per tutta la Provvidenza che in questi cinque anni ha “benedetto” la nostra presenza qui.

(dalla rivista Risurrezione - Settembre 2006)

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